Calo del desiderio sessuale: il difficile passaggio dal piacere solitario al piacere condiviso

sindrome masturbatoria traumatica

L’autoerotismo spaventa. Agita gli animi e le coscienze. Viene considerato come un surrogato della vita a due, la scorciatoia del piacere. Il triste destino dei soli e degli sfortunati in amore.
Messo al rogo dalla chiesa, evoca paure ataviche ed efferati sensi di colpa.

Cara dottoressa ti scrivo

“Perché da solo mi piace di più?”
Moltissimi pazienti, giovani e non, mi scrivono perché confortati, confusi e preoccupati, per la differenza sensoriale che provano tra la masturbazione, il “piacere solitario”, e il rapporto sessuale con un partner.
Alcuni utilizzano il ricordo del rapporto sessuale come amplificatore sensoriale per la masturbazione. Come se con il partner in carne e ossa, non riuscissero a lasciarsi andare del tutto, mentre senza di lui, ma con il suo ricordo, si.
Il piacere solitario – momento ludico ed esplorativo di incontro con se stessi – è caratterizzato dall’“autoerotismo”, mentre il “piacere condiviso” è il piacere che abita l’incontro con l’altro nella sua interezza. Ansie ed emozioni incluse.
Un sempre più frequente disagio sessuale è il “calo del desiderio sessuale”: disfunzione sessuale maschile e femminile caratterizzata dalla riduzione, sino ad arrivare alla sua assenza, del desiderio sessuale.
La masturbazione, però, non viene intaccata dal calo del desiderio sessuale. Così, abbiamo una deflessione del desiderio nella dimensione di coppia, e un’impennata nella sua dimensione solitaria.
Sembra proprio che l’autoerotismo, soprattutto in alcuni casi, venga preferito al fare l’amore.
Il desiderio sessuale ipoattivo è una disfunzione sessuale in crescente e allarmante aumento; soprattutto oggi, in un’epoca di liberalizzazione sessuale, del tutto e subito.
Le coppie hanno smesso di fare l’amore, trasferendosi nella terra delle coppie bianche.

Leggi anche:
La mentina dell’amore: nuovo farmaco per la mancanza d'erezione

Esiste una correlazione tra i due eventi?
E, se sì, quale?

L’autoerotismo, nell’immaginario collettivo, è spesso caratterizzato da sgradevoli sentimenti di colpa, vergogna e censura. Storicamente veniva correlato alla caduta dei capelli, alla cecità e a tantissime altre sventure dell’esistenza, utilizzate per dissuadere i giovani che, mossi da sano furore testosteronico, si approcciavano alla conoscenza della loro corporeità e sessualità.
Sino a non molto tempo addietro, un ipotetico primo rapporto sessuale veniva desiderato, immaginato e atteso.
Talvolta latitava nel tempo sino a quando la ragazzina, certa dell’amore provato e della durata nel tempo del rapporto, si concedeva.
Alcune volte solo a matrimonio avvenuto.

Oggi, il panorama storico e antropologico si è totalmente modificato

Sesso in età precoce, manca l’attesa

L’età media del primo rapporto sessuale si è notevolmente abbassata, i ragazzi si approcciano alla fatidica prima volta avendo già sperimentato online una sessualità solitaria e appagante, ovviamente autoerotica, sempre e soltanto tra le riservate e trincerate mura domestiche.
Le giovani donne di oggi sono molto meno attendiste e un po’ più spregiudicate e richiedenti di un tempo.
I ragazzi, anche se alle prime armi amatorie, si accostano alla delicata sfera della sessualità non sempre mossi dal desiderio dell’altro, quanto dal desiderio di sperimentazione, scindendo la sfera della sessualità dall’affettività.
Scissione generatrice di ansie e di paure, di ansia da prestazione, della paura del confronto sessuale, e dalla paura di poter sperimentare possibili disfunzioni sessuali correlate alla “reputazione da prima volta!”

Autoerotismo: incontro con se stessi, non incontro con l’altro

Alla luce di queste importanti modificazioni storiche e degli usi e costumi sessuali, ci rendiamo conto di come l’autoerotismo possa assumere un significato consolatorio e di grande appagamento.
Facilita l’incontro con l’immaginario erotico e tutela dalla paura dell’incontro con l’altro. Quando l’autoerotismo diventa compulsivo, diminuisce il desiderio sessuale verso il partner.
Il calo del desiderio sessuale, terminologia spesso abusata dal punto di vista diagnostico, cela un disagio importante momento storico correlato.
Questa disfunzione sessuale è caratterizzata dalla compromissione della fase del desiderio, sino ad arrivare poi a compromettere la successiva fare dell’eccitazione e quella della risposta orgasmica.
In un’epoca caratterizzata da un’estrema sessualizzazione di tutto, da una massiccia esposizione a stimoli sessuali, da una sessualità facile, consumistica e sostitutiva di altri disagi e richieste, perché molti giovani prediligono il piacere solitario al facilmente reperibile piacere condiviso?

Leggi anche:
Liquido seminale: quale significato assume per l’uomo e per la donna

E perché il passaggio dal primo al secondo è difficoltoso, a volte, impossibile?

L’autoerotismo rappresenta una piacevole, indispensabile e difensiva fuga dal mondo dell’altro. Un piacere senza ansie e senza relazione.
È una forma di appagamento caratterizzata dall’assenza dell’aspetto sensoriale ed esperienziale, dall’intimità emozionale e corporea dell’incontro con l’altro nella sua interezza. Assume spesso un significato chiaramente difensivo, protegge dall’amore e dalla sessualità.
L’incontro con l’altro, anche se fugace, viene abitato da un erotismo diffuso, non localizzato sui genitali ma distribuito su tutto il corpo. Invade la mente e i sensi, è tattile, visivo, uditivo, legato agli odori e alla pelle, al tatto e al contatto.
Si tratta di un desiderio che cresce su un reticolo di emozioni, che il difensivo piacere solitario non consente di sperimentare.

Ricapitolando

Ricapitolando, diventa indispensabile all’interno di una scrupolosa diagnosi psico-sessuologica effettuare un distinguo tra un autoerotismo sano e ludico e un autoerotismo difensivo come esclusiva forma di appagamento sessuale.
Quest’ultimo rappresenta uno strategico evitamento della sessualità e del carico emzooonale che questa porta con sé; può inoltre fungere da dolorosa copertura di varie disfunzioni sessuali, come deficit erettivo o angoscia da vagina dentata.
Il piacere è sentinella di vita, averne cura e analizzare le cause della sua assenza è una strategia salva psiche e salva coppia.

Leggi anche questo articolo sulla masturbazione femminile.

Seguimi su Facebook (clicca qui) e su Instagram (clicca qui) e guarda le mie foto.

Per ricevere la mia newsletter settimanale potete iscrivervi cliccando sul pulsante sotto se vi fa piacere, vi aspetto.

18 Commenti. Nuovo commento

  • Anonimo lettore
    21 Agosto 2016 01:23

    Bell’articolo (come tutti quelli della dottoressa Randone), che alza il velo su quello che in fondo è ancora un tabù.

    Dubito però che la “sessualità solitaria tra le riservate e trincerate mura domestiche” sia davvero “appagante”…

    E’ qualcosa che si fa in mancanza di meglio.

    La storia che si faccia “per conoscere meglio il proprio corpo” mi sembra un po’ un luogo comune. Dopo che l’hai “conosciuto” due tre dieci cento volte, preferiresti di gran lunga quello di una donna.

    Stando alla mia personale esperienza, poi, troppo autoerotismo provoca, almeno nel maschio, difficoltà a raggiungere l’orgasmo nel rapporto di coppia (per la donna invece sembra che l’autoerotismo agevoli l’orgasmo anche nel rapporto a due: chissà perché). La correlazione fra masturbazione e anorgasmia maschile o eiaculazione ritardata nel rapporto di coppia dovrebbe forse essere meglio studiata.

    In parole povere, se uno si abitua troppo con la mano poi non riesce a raggiungere l’acme del piacere nel “rapporto penetrativo”, che in fondo rappresenta la sessualità normale, rispetto a cui il resto è un contorno o un surrogato.

    Mia peronalissima (ma sperimentata) impressione.

    Rispondi
    • Valeria Randone
      24 Agosto 2016 09:53

      Gentile Utente,
      grazie per le Sue riflessioni che mi danno l’opportunità di chiarire ulteriormente altri punti.
      L’autoerotismo appartiene alla crescita psico-sessuale degli uomini e delle donne, aiuta la conoscenza corporea e dell’immaginario erotico associato al piacere.
      Ma, pensare, che possa essere un sostituto o un mero apprendimento fine a se stesso, non è un mio pensiero.
      Tra l’altro, la “sessualità è un essere non un fare”, e dipende profondamente dalla coppia in cui abita, quindi gli “apprendimenti” solitari lasciano il tempo che trovano.
      E, come dice giustamente Lei, nel tempo il piacere condiviso diventa sconosciuto, se non chimerico.
      Un cordiale saluto.

      Rispondi
  • Anonimo lettore
    24 Agosto 2016 13:13

    Sono lo stesso Anonimo di prima.
    Vero, La coppia a volte è una solitudine a due. E non è neppure condivisa: ognuno dei due è solo con se stesso. Triste.
    Un consiglio: scriva un articolo sulla difficilissima, anzi impossibile, terapia dell’eiaculazione ritardata (“eiaculatio seiuncta”, la chiamavano in passato).
    Che non è affatto grande arte amatoria, a meno che non sia voluta. E’, al contrario, una cosa molto spiacevole. E può addirittura impedire di avere bambini.

    Rispondi
  • “Vivere all’insegna del compromesso” è proprio la triste lezione che i miei genitori tacitamente (gesti, atteggiamente e silenzi possono dire, al di sotto della soglia della consapevolezza, dunque in modo ancor più pervasivo e penetrante, più di tante parole) mi trasmisero, e che io ho finito inconsciamente per seguire. Se non altro non faccio figli a mia volta, che su questo triste pianeta siamo già in troppi.

    L'”immaginario erotico ipoevoluto” è figlio dell’educazione cattolica: che quando non porta alla perversione, conduce al grigiore.

    La solitudine in due, però, a volte fa meno paura della solitudine da soii. Questo mi sembra umano.

    Rispondi
  • Salve mi chiamo Marco, e ho 35 anni e mi masturbo 3 volte a settimana per mancanza de la ragazza. È un problema?

    Rispondi
    • Valeria Randone
      26 Dicembre 2018 05:46

      Buongiorno.
      se non trattasi di un autoerotismo compulsivo e sostitutivo di una vita di coppia, non è mai un problema.
      Cordialmente

      Rispondi
  • Salve dottoressa, sono un ragazzo si 27 anni e penso di soffrire di masturbazione compulsiva . Ora sono in lenta ripresa in quanto non ho ricadute da un paio di settimane. L unico problema è che vorrei sapere come riuscire a vivere un rapporto con l altro sesso. Con le ragazze ci so fare ma quando si arriva al dunque tra l ansia e forse anche per il fatto della compulsivita della masturbazione non riesco ad eccitarmi o a mantenere l eccitazione. Devo attendere ancora per avere una migliore ripresa del normale desiderio ed eccitazione?? O avrebbe qualche migliore suggerimento?? La cosa mi crea parecchio disagio anche perche sono giovane e vorrei uscirne del tutto e.vivere una sana vita sessuale. Grazie in anticipo.

    Rispondi
    • Valeria Randone
      7 Luglio 2019 10:55

      Buongiorno,
      non posso dirle di cosa si tratta e come risolvere senza conoscerla.
      La masturbazione compulsiva potrebbe essere una conseguenza di difficoltà psichiche, inconsce, relazionali. Oppure le difficoltà di cui mi parla potrebbero essere conseguenza di cattive abitudini sessuali.
      Se desidera essere seguito da me chiami pure verrà richiamato appena mi sarà possibile.
      Potrei riceverla a Roma o a Catania.
      Lei è davvero tanto giovane per sperare ancora.
      Un caro saluto

      Rispondi
  • Buonasera dottoressa,
    io vivo questa situazione, il mio ragazzo ha perso completamente il desiderio sessuale nei miei confronti, abbiamo circa un rapporto al mese a volte ogni tre i quattro mesi sempre quando è lui a decidere, se provo ad avvicinarmi mi allontana se provo a parlargli si arrabbia e dice che non ne vuole parlare. Il mio desiderio non è cambiato quindi vivo tutto questo come un profondo disagio.
    Lui si masturba giornalmente praticamente a volte l’ho colto sul fatto a volte lo noto per altre cose!, io non vedo altra via d’uscita se non chiudere la relazione visto che lui non vuole parlare del problema dicendo che per lui non è un problema, ma ormai si protrae da circa tre anni ed io sono al limite, lei cosa consiglia?

    Rispondi
    • Valeria Randone
      13 Settembre 2021 08:38

      Buongiorno Angela,
      analizzare la complessità della sua richiesta online senza conoscere Lei, lui, voi, le cause del perché preferisca il piacere solitario a quello condiviso sarebbe davvero riduttivo se non miope.
      Bisogna effettuare una scrupolosa diagnosi sessuologica e capire come aiutarvi.
      Se ha bisogno di me può prenotare una prima consulenza nello studio di Milano, Catania oppure online tramite skype.
      Le ho allegato un mio scritto che analizza la correlazione tra masturbazione eccessiva e calo del desiderio, lo legga
      Un cordiale saluto

      Rispondi
  • Buongiorno dottoressa,
    nella mia coppia nn abbiamo rapporti.
    Io non provo desiderio verso di lui e sicuramente è reciproco.
    ogni notte lo vedo che si distrae con donnine sensuali in TV e gli piace vedere sempre donne in costume; sinceramente più lo scopro e più mi fa senso.

    Rispondi
    • Valeria Randone
      21 Giugno 2022 07:28

      Buongiorno,
      Le suggerisco una consulenza di coppia. Luogo della chiarificazione e della diagnosi clinica.
      Da lì potrà ripartire verso nuove mete, individuali o di coppia.
      Un caro saluto

      Rispondi
  • Salve, mi sono ritrovata a leggere il suo articolo, perché mi ritrovo in una situazione un po’ difficile con il mio fidanzato.
    Racconto brevemente in modo tale che lei possa darmi un consiglio si come affrontare questa situazione.
    Sono fidanzata da 11 anni, da premettere che è stato il mio primo e unico fidanzato ad oggi..
    nei primi 5 anni di fidanzamento purtroppo l’atto vero e proprio nel fare l amore non ci è mai stato, ovvero facevamo preliminari e quant’altro ma nel momento della penetrazione mi tiravo indietro causa forti dolori.
    Dopo 6 anni ho capito di avere un problema che ho poi affrontato andando dal Sessuologo e il problema che avevo e stato dato il nome di vaginismo.
    Ho fatto sedute, esercizi fino a quando poi sono riuscita a fare l’amore con il mio fidanzato.
    Solo che ad oggi questa cosa ha procurato dei problemi al mio fidanzato, ovvero dice che ha un forte calo di desiderio del sesso non solo con me ma in generale, e che lui ad oggi è abituato a fare da solo, e che quindi gli comporta a cercare la solitudine e a procurarsi piacere da solo.
    Come possiamo risolvere? E soprattutto è risolvibile?

    Rispondi
    • Valeria Randone
      4 Settembre 2022 08:36

      Buongiorno,
      le ho risposto mettendo degli articoli linkabili, li trova nel suo testo.
      Non so dirle come fare e cosa fare, non vi conosco come coppia e come individui.
      Ma se si è già rivolta a un collega dovrebbe tornare da lui per proseguire e risolvete ciò che ancora duole.
      Un caro saluto e auguri per tutto.

      Rispondi
  • Dott.ssa buonasera,
    ho letto attentamente i suoi articoli che trovo molto interessanti. Ma vorrei venire subito alla “situazione” mia e di mia moglie che sottopongo alla sua cortese attenzione. Mi rivolgo ora a lei dopo aver raggiunto una certa consapevolezza della problematicita’ della questione che fino a qualche giorno fa sottovalutavo. Siamo sposati da quasi 9 anni e nei primi anni di matrimonio i nostri rapporti intimi sono stati caratterizzati da alti e bassi. Beh non avrei preteso di piu’ con la nascita di due figli. Dopo i primi anni i nostri rapporti sono stati caratterizzati da una certa regolarita’, ma mai frequenti, nell’ordine di una volta ogni 15/20 giorni piu’ o meno. Negli ultimi tempi invece abbiamo un rapporto al mese e forse anche oltre il mese. Quando lo facciamo siamo soddisfatti (almeno per me, spero che valga anche per mia moglie), raggiungiamo entrambi l’orgasmo. Ma il problema e’ che questo rapporto lo cerco solo io, lei non e’ mai di iniziativa e sembra che non voglia mai creare le condizioni per averlo. Si corica nel nostro letto con il piccolo e mentre lei si addormenta io aspetto sveglio invano. Ma ora viene il “problema”. Di recente, mi sono accorto che alcune notti, quando sono a letto sveglio, mia moglie si masturba. Una masturbazione che dura poco, arrivando all’orgasmo molto prima di quando in maniera sporadica lo facciamo insieme. E mi e’ capitato di verificare che anche piu’ notti di seguito fa autoerotismo. Ora tale fatto in se’ e per se’ non mi crea problemi fin quando pero’ cio’ non intacca i nostri rapporti intimi. Cio’ mi ha spiazzato, mai avrei pensato che la sua riluttanza a farlo insieme dipendesse da una sua pratica di masturbazione sostitutiva. Allora il suo non e’ un calo del desiderio in generale, ma e’ una riluttanza verso di me. E poi come mai solo ora ne ho avuto contezza? Puo’ essere una masturbazione compulsiva? Che ne pensa dott.ssa, puo’ essere che lei trovi appagamento cosi’, in questo modo piu’ semplice e istantaneo perche’ non trova stimolante il sesso in due che e’ piu’ complicato per raggiungere il piacere? E’ il suo un sintomo di insoddisfazione?
    grazie per la disponibilita’

    Rispondi
    • Valeria Randone
      24 Marzo 2023 07:07

      Buongiorno e grazie per la fiducia, ma questo mezzo telematico non mi consente di analizzare la complessità della sua, vostra, storia clinica.
      Si tratta pur sempre di un articolo generale, non di una diagnosi scrupolosa e di un’eventuale terapia mirata.
      Se ha bisogno di essere seguito da me chiami pure, verrà richiamato non appena mi sarà possibile.

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Articoli correlati
error: Il contenuto è protetto