Alcune persone si conoscono, altre si riconoscono. Le prime si incontrano, si scrutano, imparano a conoscersi, si piacciono. Iniziano una relazione, che può essere entusiasmante o naufragare tristemente. Il passaggio è graduale, lento, coerente. Senza troppi strappi, terremoti o sussulti del cuore. Senza angosce o crisi mistiche. Si amano, semplicemente, e quando smettono di farlo, si lasciano e vanno avanti ognuno per la propria strada.
Il dopo è tormentato, doloroso, abitato da dubbi o da amanti, ma ben separato da un passato amoroso che prima o poi sbiadirà nel ricordo.
C’è poi chi si riconosce.
Chi si riconosce lo fa tra mille anime. Dappertutto. Senza criterio o aspettativa alcuna.
Accade e basta. Sembra un fulmine a ciel sereno. Un uragano estivo. Un raggio di sole nel più buio degli inverni. Si sente calamitato non sa bene perché dal mondo dell’altro, e da lì non si schioda.
Si tratta di un incontro di anime, come lo chiamava Jung.
Chi si riconosce lo fa perché sente nell’altro quell’energia ipnotizzante che spiazza e che cattura. Che porta lontano pur stando vicini. Che regala vette e abissi.
Che diventa un chiodo fisso. Un pensiero ossessivo. Un mantra sensuale ed emozionale. Una dipendenza dei sensi e del cuore.
Le anime complici sono legate da un filo invisibile, che come il bandolo di una matassa, prima o poi, porta per mano a riconoscersi.
Si tratta di amori sprovvisti di prudenza, ma portatori sani di incoscienza. Amori funamboli, in perenne equilibrio tra la possibilità di cedere ai flutti della passione e lasciare il passo alla censura della ragione. Amori in bilico tra l’appartenenza totale e la separazione.
Sono amori travolgenti, che avvolgono e stravolgono. Che abbracciano e stritolano. Che catturano e aiutano.
Sono amori che diventano il paese dei balocchi della passione e dell’intensità, perché l’altro appare – si riconosce non si conosce – nel sottobosco delle proprie paure non risolte, del bisogno, della fame.
Il dopo, perché questi amori anche se non finiscono in realtà finiscono e sfiniscono, diventa un dramma dell’esistenza. Chi ama riconoscendosi, cammina in bilico tra la follia d’amore e il vuoto d’amore. Tra paura e coraggio. Alla fine, contro i cortocircuiti amorosi non c’è mai ragione che tenga. Non rimane altro che scappare o restare.
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