Ci sono persone anche profondamente care che nelle nostre giornate sono assenti. Sono lontane dal nostro cuore, lo stesso cuore che abbiamo donato loro senza riserve.
Ti chiedi il perché e non trovi risposte valide. Non capisci. Ti fustighi invano.
Poi, quando ti fa male ogni organo, capisci che non serve inseguirle ma accettare il freddo che queste persone hanno nel cuore e la mancanza di spazio per le cose vere, per gli affetti, per l’essenziale.
Si può essere presenti nella vita delle persone che si vogliono bene o che si amano in tanti modi diversi, anche nell’assenza.
La mia amica più cara si chiama Corinne, e vive a Lione, eppure ho la sensazione che abiti a casa mia, che dimori ogni mattina nella mia fattoria, che accarezzi il mio dolce puledro, Mimì.
Ho la sensazione di conoscere il suo cuore, di sentire il sapore di quello che mangia, di quello che prova, vedo i suoi figli tutti i giorni, pur vedendoli due volte l’anno. Talvolta ho la sensazione di sentire su di me i picchi della sua pressione alta.
Mia cugina, per esempio, è una presenza costante, nel tempo è diventata una presenza interna.
Daniela è una donna in carriera, e che carriera, ha una famiglia piena e anche un cane dolcissimo, non abbiamo tempo per incontrarci, talvolta nemmeno per un caffè. Eppure, abita nel mio fatturiere, è custode amorevole della mia attività lavorativa, risolve i miei guai e inciampi continui e itineranti, e mi vuole profondamente bene. È un rapporto a doppio senso: un legame che c’è anche nell’assenza. E anche io ci sono per lei, sempre.
Esiste quel filo invisibile che ti porta a telefonare a un’amica per sapere come sta e sai che dall’altra parte anche lei, nello stesso istante, sta prendendo il cellulare per fare la stessa cosa.
Si chiama empatia, sintonia, magia.
Accade tra le persone care, tra chi si vuol bene davvero: due amiche vere, mamma e figlia, papà e figlia, due persone che si amano, nonna e nipote.
Così rifletti più che sulla presenza sull’assenza.
La cosa più dolorosa e difficile da fare in fondo è accettare che le persone che ami siano profondamente diverse da te. Accettare che non puoi fare nulla, che l’amore non si impone, che l’affetto non si chiede, che la presenza non si baratta con regali costosi o vacanze oltreoceano.
Così ti chiedi che cosa avresti potuto fare e non hai fatto, e alla fine ti assolvi. Capisci che quell’assenza insopportabile non appartiene a te, ma all’altro. Tu in fondo la subisci e basta.
A volte ti affatichi nel tentativo di riempire quell’assenza, di colmare quel vuoto, di azzerare la distanza, ma non ci riesci.
Quell’assenza di sfianca e basta. Ti regala dolori e basta. Ti ammali e basta. Non puoi fare nulla per cambiare la realtà, ed è giusto che tu non faccia nulla.
Le relazioni, che siano amicali, amorose o parentali, sono fatte da due persone: non si può amare a senso unico.
Gli affetti sono una strada a doppio senso, e vanno ben oltre il legame di sangue, il cognome che porti, la casa che abiti.
Anzi, i legami di sangue sono quelli che fanno solitamente più male, sono quelli su cui passi sopra tutto, per amore del legame, e che ti lasciano un retrogusto talmente amaro da impedirti di crederci ancora.
L’appartenenza emotiva non dipende dalla casa che abiti, dalla tavola che condividi, dai progetti concreti che fai.
L’appartenenza emotiva è l’appartenenza di cuore, e sono due cose che non si possono imporre e forse nemmeno imparare.
La presenza è una scelta che mantiene in vita un legame.
L’assenza è un confine chiarissimo con cui dobbiamo fare i conti, senza sconti.
Negli anni capisci che non puoi tenere con te e ammanettare ai tuoi bisogni chi non c’è e non ho voglia di esserci.
Non puoi vivere in una situazione di richiesta costante di presenza.
Nel tempo comprendi che per proteggerti e per lasciare libero chi non vuole appartenere alla tua vita, devi soltanto guardare con la lente d’ingrandimento della ragione e abbassare il volume del cuore. Soltanto così potrai lasciare libero chi non vuole esserci e proteggere te stesso dal desiderio di presenza.
I legami si creano con chi c’è, con chi ti ascolta, con chi è presente, con chi si occupa e si preoccupa per te. Con chi ti vuole bene e vuole il tuo bene.
Non si creano con chi è assente, di cui devi elemosinare la sua presenza. Anche l’assenza è una scelta con cui dobbiamo fare i conti.
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