La perdita della verginità, interiorizzata nell’immaginario collettivo, come un rito iniziatico alla vita adulta, in passato correlava al concetto di “prova d’amore”.
Nell’entroterra della mia Sicilia, agli inizi del novecento, la deflorazione veniva associata inevitabilmente ed irreversibilmente al matrimonio e, soprattutto necessitava che la donna giungesse vergine al talamo nuziale.
L’avvenuta deflorazione veniva esibita, con connotazioni di un rituale pubblico, l’indomani mattina della fatidica e faticosa prima notte, veniva infatti steso al balcone, il lenzuolo con tracce ematiche a testimonianza della mantenuta verginità fino al matrimonio.
Verginità, la fatidica prima volta
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