Vivere senza chiedere il permesso

Arriva un punto nella vita in cui diventi coraggiosa. Audace. Ti diranno che sei incosciente, egoista, folle, ma non farci caso, considerali dei complimenti in maschera. Quando ti diranno che pensi solo a te e che sei diventata egoista, in realtà hai finalmente spostato il baricentro su te stessa e hai iniziato ad ascoltarti.
Poi ti diranno che sei diversa, strana, irriconoscibile. Anche questo è un complimento camuffato da insulto. In realtà ti stanno dicendo che finalmente ti sei incontrata con te stessa, che non ti accontenti più, che ti ascolti, ti conosci, ti rispetti e di conseguenza sei cambiata.
Finalmente è arrivato il momento in cui ti dai il permesso di esistere senza curarti degli sguardi altrui. Senza chiedere l’autorizzazione, senza essere buona e obbediente, e se qualcosa o qualcuno non ti va lo dici e ti sposti altrove.
Fai voli acrobatici con la fantasia e a volte anche nella realtà. Non ti importa più niente di essere giudicata, valutata, criticata, additata, corretta in corso d’opera.
La vita è tua, solo tua anche se ami chi ti sta accanto. Di avversità e fatiche ne hai già avute abbastanza e la vita che ti rimane – ogni tanto fai la ragioniera emotiva: conti quello che hai già vissuto e cosa e quanto, forse, ti rimane – vuoi viverla in funzione di quello che senti di essere diventata.
Non hai bisogno di chi dispensa perle di saggezza, di chi col dito puntato ti dice cosa sarebbe più giusto per te, di chi c’è a intermittenza o come soffia il vento, di chi non c’è proprio.
Come sosteneva Jung: “Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”.
E svegliarsi significa iniziare a vivere senza chiedere il permesso.

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