La leggerezza nella vita può essere equiparabile alla cattiveria.
Credo fermamente che non ci sia nessuna differenza tra l’essere leggeri e ferire ed essere cattivi e ferire: il risultato non cambia.
Possiamo inerpicarci in panegirici mentali e dire che l’intenzione è diversa, che chi è leggero è semplicemente goffo e maldestro ma buono, ma nella terra della dimensione adulta e non di quella cronicamente adolescenziale, l’assunzione di responsabilità delle proprie azioni e parole diventa indispensabile.
Non sempre siamo obbligati a tollerare e a considerare la leggerezza altrui come un’affettuosa svista e a leggerla come una sorta di strafalcione, di refuso relazionale, figlio della distrazione.
Poverino, poverina, non ci aveva pensato, non lo ha fatto apposta, è fatto così.
Vivere una relazione, che si tratti di una relazione affettiva, amorosa, tra amici, significa averne cura. E avere cura degli sgambetti, non intenzionali si intende, comportamentali.
Significa mettersi nella pelle degli altri. Significa non ferire, non pascolare nel mondo interno altrui senza essere stati invitati, non fare l’elefante in una cristalliera, non parlare se non si ha niente di utile o intelligente da dire e significa anche non essere leggeri.

Identikit e modus operandi di chi sposa la leggerezza come stile di vita

La persona leggera fugge dai conflitti e dalle emozioni troppo intense. Argomenta la sua, comoda, scelta dicendo che la vita è breve e che è molto meglio viverla così, in barba a chi gli vive a fianco.
La persona leggera preferisce rimanete in superficie piuttosto che andare dove non si tocca e affrontare ciò che è profondo o doloroso (il lavoro sporco spetta sempre agli altri).
La persona leggera appare allegra, spensierata, ironica. Una manna dal cielo. Usa l’umorismo come scudo per non affrontare il disagio, l’imbarazzo, la tristezza. Non prende quasi mai una posizione netta, chiara, visibile.
La persona leggera insegue con affanno ciò che è bello, leggero, stimolante, poco pesante, per l’appunto. Evita come la peste ciò che è noioso, doloroso o troppo impegnativo.
La persona leggera è sprovvista del vocabolario dei sentimenti ed è un vero campione nell’arte del rovesciamento delle colpe.

P.S: la leggerezza può essere anche una forza se usata con consapevolezza e non come una spada. La capacità di trovare soluzioni ai problemi, di adattarsi, di non ingigantire le sciagure e ridere anche nel buio rimangono delle doti psichiche, non comuni a tutti.
Quando è inconsapevole o brandita come un’arma diventa inconsistenza. E in quel vuoto senza fondo, chi è più profondo si fa male. Molto male.
E visto che la vita, anche emotiva, non migliora per caso ma per scelta, scegliamo con cura tra leggerezza o profondità oppure la leggerezza nella profondità, la mia preferita.

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