Cortese dottoressa,
che fatica vivere e sopravvivere alla vita. Emergere e riemergere dal dolore. Ho collegato il mio dolore ai miei capelli. L’ultimo gesto fatto dalla mia mamma prima di morire accarezzando la mia lunghissima coda. Un taglio mesi dopo, chiudendo una storia “altra” che mi ha ferita con il silenzio. Quel silenzio vile di chi fugge senza affrontare un vagare in una vita altrui che non è la propria.
E infine, una piccola ricrescita e un ennesimo taglio di una storia ventennale fatta non più d’amore ma di paura di ricominciare a vivere da sola. Cresceranno ancora forti come erano un tempo?
Nel groviglio dell’anima che fa spazio alla luce e ai fiori.
Mi dirà di sì. Ne sono sicura.
Con stima immensa
Cara Signora,
che bel racconto, poetico. Tutti noi siamo strettamente legati ai simbolismi, ai riti – propiziatori o meno -, ai rituali: aiutano a superare il dolore e aprono la strada alla sua elaborazione.
Se non ho mal capito, ha chiuso la sua relazione con il suo amante e poi con il suo partner ufficiale, entrambe dispensatrici di silenzio punitivo. Ogni chiusura è stata accompagnata da un bel taglio di capelli. Mi sembra di capire che ha perso anche la sua mamma e, come spesso accade, una perdita ne rievoca un’altra. L’inconscio ama fare pasticci e rimescolare le carte.
Parrucchiere a parte, che rispetto e frequento spesso, credo che un clinico potrebbe aiutarla a mettere ordine davvero, in profondità.
Vedrà che ricresceranno capelli e fiori.
Chi ha piacere di ricevere i miei scritti e video in e-mail, può iscriversi in maniera gratuita alla mia newsletter settimanale e al mio canale YouTube.
Chi ha una questione di cuore da raccontarmi e gradirebbe una breve risposta può scrivere qui.