Vivo a Milano e ho cinquantatré anni. Sono sposata, non sono contenta e mi sento a un crocevia. Nel mio matrimonio solo io ho fatto dei trattamenti per la vulvodinia. Lui non vuole andare dal medico. È impotente. A parte questo, non sono felice. Non mi sento felice. Non abbiamo figli. Ho delle possibilità economiche e ora non so se scegliere la solitudine e quindi mandarlo via o proseguire. È come se avessi aperto gli occhi e sono cambiata in questi anni e maturata.
Grazie.
Elena
Cara Elena,
la vulvodinia è una problematica femminile, quindi le cure devono essere rivolte a lei.
Per quanto riguarda il deficit direttivo di suo marito – mi consente di sostituire la parola impotenza che è altamente denigratoria e penalizzante -, bisognerebbe effettuare una diagnosi andro-sessuologica e comprendere se le cause sono organiche, miste o psicogene oppure conseguenza della sua problematica ginecologica.
In ogni caso, servirebbe ad entrambi una consulenza di coppia: luogo dell’ascolto profondo ed è la chiarificazione.
Se lui non dovesse accettare, può valutare di andare da sola per far luce su questo crocevia.
Un caro saluto e auguri per tutto.
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