Buongiorno dottoressa,
sono una donna mamma di 42 anni divorziata con due figli.
Dopo la separazione ho iniziato una relazione a metà, fatta di promesse, attese e solitudine.
Sono trascorsi ormai 5 anni e ogni volta che cerco di allontanarmi lui non me lo permette: cerca in tutti modi di trattenermi a sé.
Forse perché sa che sono fragile.
Mi faccio illudere dalle parole.
Non mi basta più e so che non lo merito, ma non riesco a mettere la parola fine, anche se so che questa storia è la causa della mia ansia.
La ringrazio per l’attenzione.
Cara Lettrice,
la fragilità si cura, come la polmonite. Se non se ne occupa e la rattoppa come amori a metà, compromessi del cuore, supplenze affettive e passi zoppi dei legami invece di curarla la innaffia tutti i giorni, come si fa con le piante.
Quindi, da sola con sé stessa, si chieda perché si accontenta. Perché ha deciso di essere felice a intermittenza e stare male dopo.
Perché sceglie le giostre volanti fatte di vette e baratri, e non sceglie la profondità e longevità del legame. E perché sceglie l’ansia come compagna di vita e non sé stessa e basta.
Una coppia senza progetto è una coppia orfana d’amore.
Spero che avermi scritto, e aver letto la mia risposta, le diano il coraggio di andare in terapia: il luogo della chiarezza e del cambiamento.
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