In questa giornata di isolamento e solitudine, di riflessioni e bilanci, di tanta casa e ancora qualche paura che ha deciso di non andare via del tutto, un pensiero va a chi una casa non ce l’ha.
A chi abita in strada per necessità o per scelta. A chi ha un cartone come letto, un cane come famiglia e un giornale come coperta.
A chi ha subito un danno o un torto dalla vita. A chi ha avuto un lutto o due, o tanti. A chi non ha potuto salutare i propri cari in punto di morte e portare loro un fiore.
A chi il lutto ce l’ha nel cuore. A chi ha conosciuto i lutti senza bara, quelli terrificanti del cuore, e a chi li ha attraversati.
A chi è caduto e si è fatto molto male. A chi non ha saputo rialzarsi e rimettersi in cammino. A chi il male lo ha trasformato e lo ha fatto diventare un passaggio segreto per terre mai esplorate prima.
A chi viaggia leggendo. A chi scrive viaggiando.
Alle persone sole. A chi è fragile e ha avuto in dote un‘infanzia dolente e bucherellata. A chi soffre per amore, e oggi soffre ancora di più perché è Pasqua e tutto amplifica.
A chi un amore non ce l’ha, lo ha smarrito per strada, glielo hanno rubato. A chi non lo ha riconosciuto, sottostimato, a chi non lo ha difeso.
A chi non lo ha mai avuto, non riesce ad averlo o non vuole averlo.
A chi ha tanti figli, uno o nessuno, e pensa a quelli che non ha mai avuto o che avrà.
A chi ama gli animali, li rispetta e li cura. A chi li adotta, li cresce con amore, li veglia da anziani e li accompagna alla morte quando non ce la fanno più.
Un pensiero va a tutti i cuori spezzati, rattoppati, riparati davvero.
Ai cuori fragili, pulsanti, veri. A tutti quelli che ho conosciuto e che ancora dovrò conoscere.
A chi mi ha ferita regalandomi un’opportunità, e a chi mi vuole bene. Davvero.
A chi mi supporta, nella vita e nel lavoro, e chi mi sopporta. A chi ama quello che amo io e a chi ha deciso di uscire dalla mia vita. A chi mi ha sfruttata, ai ladri dei miei scritti, ai redenti.
Alle amiche che non ci sono più, e a quelle nuove, empatiche e simpatiche.
A chi scrive e a chi legge. Alle penne che mi fanno emozionare e riflettere. A chi mi rende fertile e mi aiuta a pensare.
A chi ha creduto in me e lo fa ancora regalandomi tante emozioni.
Auguri di vero cuore a tutti noi.
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Auguri a chi è galeotto ergastolano di una Psiche contaminata geneticamente, una Psiche che ammanetta i cuori alle labbra e a lacunari oasi protette in un deserto grigio poco arato e solo nutrito.