Le nuove mappe del cuore prevedono un precariato affettivo cronico.
Amori che nascono, che non combattono, che non hanno la forza di andare contro vento, che non sanno cosa sia l’impegno e la cura.
Amori che implodono e che muoiono.
Amori che, forse, non si sono mai elevati dal suolo.
“Finché noia non ci separi”, sembra essere il mantra dei nostri giorni.
La noia, a quanto pare fa paura, ma la stimolazione continua anche, ed entrambe nuocciono all’amore.
Così, tra un social e un altro, tra parole sparse che non diventano dialogo, tra emoticon al posto delle parole, la distrazione impera e la coppia naufraga.
Gli amori accudenti sono ormai un lontano ricordo, gli occhi che brillano e le parole d’amore anche, la fedeltà come afrodisiaco e come sigillo d’ppartenenza sembra essere più un limite che un’opportunità.
Nessuno ruba più la luna se il buio ti fa paura, come cantano i Negroamaro.
Dopo un po’, non si sa perché, l’amore muore.
Muore per mancanza di cure, per eccessi di omissioni e di dimenticanze, per indifferenza e noncuranza.
Muore perché la scontatezza e la scontentezza prendono il posto del nuovo e dell’entusiasmo.
La banalità dell’originalità e la prevedibilità delle sorprese che scaldano il cuore.
La coppia viene catapultata in un cimitero di emozioni, dove i colori diventano opachi, i sapori sbiaditi, e il cuore è pieno di niente.
I coraggiosi si separano, i codardi si tradiscono, gli infingardi rimangono immobili, a bagnomaria, a temperature basse del legame.
Ecco a voi le coppie semi felici.
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