Si può festeggiare tutto.
Un sintomo, un amore, un lutto, un ponte, un ricordo, e anche un dolore.
Quello che c’è e quello che non c’è più. Quello che oggi ci rende felici, e quello che ieri ci ha reso quello che siamo oggi.
Si può festeggiare un ricordo o una mancanza, un genitore che abita altrove, un rimpianto e anche un rimorso.
Si può festeggiare un sogno che non abbiamo ancora realizzato e uno già realizzato; una fantasia e un incubo, con la speranza che smetta di disturbare il nostro sonno. L’anniversario è uno spazio temporale rivestito da un’aurea bizzarra: regala un’emozione, ma è sempre accompagnato da una nota di malinconica sofferenza e da scomodi bilanci. Dopo un anno, due o dieci, ci chiediamo come sarebbe stato se quell’incontro o quel lavoro fosse andato in un altro modo, se avessimo intrapreso la destinazione sogni invece della destinazione esame di realtà; la destinazione cuore invece di testa.
Se avessimo inseguito quell’amore contro ogni irragionevole paura, o lo avessimo lasciato andare contro ogni ragionevole dubbio.
Se non avessimo perseverato negli sbagli, negli imbrogli, nelle menzogne del cuore e dei sensi.
A ogni anniversario ci poniamo delle domande e non sempre ci diamo delle risposte.
Poi ci sono i sintomi. Anche loro, talvolta, appartengono alle nostre vite.
Ci indicano la strada da seguire e quella da non seguire, ma noi non li ascoltiamo e preferiamo tacitare i sintomi con le più bizzarre e malsane strategie.
Anche loro meritano un ricordo, un festeggiamento, un anniversario.
Il loro compito è dare corpo a ciò che è silente, a ciò che non conosce altro linguaggio che quello della malattia; così, come una lente d’ingrandimento, illuminano le nostre zone d’ombra.
Cercano di farci cambiare traiettoria prima che sia troppo tardi, prima di farci troppo male. Ci straziano e ci fanno compagnia. Come le persone care, anche i sintomi vanno festeggiati. L’anniversario è lo spazio di un ricordo.
È la solitudine da indossare come un abito a cui siamo affettivamente legati: comodo come una seconda pelle. Un luogo senza sede alcuna dove non puoi contraddire te stesso, e non puoi ignorare le verità taciute. Ogni anniversario va attraversato con onestà e gratitudine.
Il giorno successivo poi e per fortuna ha il potere di un’assoluzione.
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