Caro Sanremo ti scrivo..Un amore grato e nostalgico

Dopo aver cavalcato la scena per anni ed anni, Pippo Baudo da Militello Val di Catania, trionfa con una lettura nostalgica ed al tempo stesso romantica.
Claudio Baglioni lo presenta come “la” televisione italiana.
Non come colui che la televisione l’ha fatta, ma come colui che la televisione la rappresenta, l’ha sposata con un processo di massiccia identificazione tra ciò che si fa e ciò che si è.
Come spesso accade ai grandi.
Pippo Baudo, orgoglioso della sua sicilianitá, recita una lettera a Sanremo, come si fa con i santi in paradiso quando si ringrazia dopo una grazia ricevuta.
Il momento più toccante, quasi commovente, di questi suoi pensieri ad alta voce, è stato quando Pippo Baudo ha raccontato qualche passaggio della sua infanzia siciliana.
Da bambino infatti, guardava la televisione con tale intensità, nella segreta speranza di entrarvi dentro e di farne parte.
Così, non troppo più tardi e non per brevi periodi, grazie ad una “profezia che si realizza”, il suo sogno si realizzò, e da Militello Val di Catania Pippo Baudo, traslocò in Rai.
Ed ecco che la predizione nutrita dal desiderio ha generato l’evento.
La profezia che si auto realizza, per i più, per i non baciati dalla fortuna direi, si realizza esattamente al contrario: fa accadere cioè le cose che più generano paura.
Visto che la lettera era rivolta a Sanremo – ed ai santi si sa, si più dire di tutto-, e non era un curriculum vitae presentato ad un concorso, vogliamo credere alla Dea bendata, leggenda non priva di fascino.

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