Taglia e cuci. Non stiamo parlando di un orlo, nel quale ci possiamo cimentare più o meno amatorialmete tutti noi.
Ma di una circoncisione, e per di più fatta in casa a un bambino di appena cinque mesi.
Il piccolo dopo essersi affacciato alla vita, ed essersi già scontrato con pregiudizi e false credenze, è morto nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna a causa degli esiti dell’intervento amatoriale.
I genitori di origine ghanese, senza rivolgersi ai medici, immagino per vergogna, pudore o delirio di onnipotenza di chi appartiene a una setta, hanno fatto tutto in autogestione.
La circoncisione assolve a svariati significati: religiosi, igienici, e sancisce l’appartenenza a una tribù.
Dalla quale è difficile, se non impossibile, prenderne le distanze senza subire il fascino malefico della manipolazione della mente e del cuore.
Adesso, mi chiedo, questi poveri genitori come faranno pace con la loro coscienza, e come sopravvivranno all’appartenenza alla tribù e ai sensi di colpa che questa scelta azzardata gli ha lasciato in dote?
Da mamma non trovo nessuna risposta, e da clinico nemmeno.
Sopravvivere a un figlio è la punizione più grande che ci sia.
Fonte: il Corriere della Sera
3 Commenti. Nuovo commento
Dottoressa ricordo che avevo 6 anni quando fui circonciso..i miei genitori mi portarono in ospedale, quei momenti prima dell’intervento li ricordo ancora…ero “coccolato” da tutti prima e dopo..questa notizia mi ha fatto pensare che quel bambino potevo essere anche io..viviamo un periodo storico “impegnativo” sotto ogni profilo.
Buon Lavoro
Buonasera e grazie per il suo racconto. La circoncisione è un intervento molto delicato anche dal punto di vista simbolico.
È impensabile attuarlo in autogestione.
Poveri genitori che sono rimasti!
Un caro saluto
Dottoressa è sempre un tema molto dibattuto. Mi piacerebbe se scrivsse un breve articolo sulla circoncisone, purtroppo c’è molta disinformazione.
Saluti