Appartengo alla categoria dei non voluti. Frutto di un incidente di percorso non risolto, non di un percorso d’amore. Di un preservativo mai indossato nonostante le prediche di mia madre. Di un test di gravidanza che non si sarebbe dovuto colorare.
Sono figlia di un’interruzione di gravidanza mai avvenuta.
Sono il senso di colpa dopo il colloquio con lo psicologo.
La conseguenza della paura dell’aborto e dell’inevitabile conflitto tra inconscio e coscienza. Sono colei che non sarebbe mai dovuta nascere e intanto è nata.
Da quando sono venuta al mondo mi chiedo perché. Perché la mia nascita non è stata preceduta dal desiderio di me. Dal solito corredino preparato anzi tempo. Dalla lieta notizia comunicata a parenti e amici. Dalle foto del pancione esibite e condivise con orgoglio.
Io sono il frutto di uno sbaglio, di un amore mai nato. Di un bicchiere di vino di troppo. Di una madre sola, coraggiosa o spaventata che ha deciso di mettermi al mondo regalandomi un corredo di incertezze e di fragilità.
Adesso ci sono, e so per certo che per nascere davvero non basta venire al mondo, ma volere stare al mondo. Respirare a pieni polmoni la vita che mi scorre dentro. Assaporarla con gusto e con desiderio. Quel desiderio che non ha anticipato il mio concepimento, arruolandomi nella categoria: incidente di percorso.
Perché per esserci dopo avere sfidato il buio, la morte e la paura, non serve essere vivi, ma avere il coraggio di vivere davvero.

La storia di Laura, figlia di un aborto mancato. Le emozioni dei miei pazienti, le mie parole.

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3 Commenti. Nuovo commento

  • Monica Mirenzio
    30 Novembre 2019 08:17

    Dopo questa rivelazione ti senti sempre fuori luogo, di troppo. A poco servono le rassicurazioni che arrivano poi e che, malgrado raccontino la felicità d’averti avuta, non fanno altro che sottolineare che non sei stata voluta né concepita per e con amore. L’amore…un ideale che cerchi e che alla fine ti delude …proprio da chi ami di più…ma ognuno esprime ciò che è, non chi tu vorresti che fosse.

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    • Valeria Randone
      2 Dicembre 2019 09:13

      Buongiorno Monica,
      ha pensato di elaborare i suoi vissuti con un clinico? Sarebbe il “luogo” adatto per leggersi sino in fondo.

      Rispondi
  • Grazie Valeria, leggo solo ora la Sua risposta. Ho elaborato, affrontato e maturato un percorso personale impegnativo che, credo, mi ha donato un certo equilibrio. Su certi temi sono serena oggi, un po’ meno da adolescente come credo tutti i miei coetanei, per le più disparate ragioni. Per fortuna si cresce e si impara anche l’accettazione dei limiti: propri e altrui.
    Anche dopo più di un anno, l’argomento che ha trattato merita di essere riaffrontato; elaborarlo in autonomia è positivo certo ma con l’ausilio e il confronto con un professionista si può di molto semplificare il percorso.
    Ancora grazie per il consiglio e buon lavoro.

    Rispondi

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