Un cane randagio, ma non per sua scelta, è fortemente attratto da un negozio di giocattoli. Entra di soppiatto e si abbraccia a un peluche. Li osserva e sceglie, non ha dubbi è lui. Un unicorno viola: il suo preferito. L’incursione nel negozio non è casuale ma intenzionale. Lo fa tutte le volte e la direzione è sempre la stessa: il suo unicorno viola. L’accalappiacani glielo compra e li porta insieme in canile, in attesa di tempi migliori per quel romantico e nostalgico quattro zampe.
Questa storia raccontata da La Zampa, la parte a quattro zampe e con tante code e cuori de La Stampa, mi è rimasta addosso e dentro per un tempo infinito. E penso di avere capito il perché.
La mia vecchia cagnolina, Mimì, aveva il suo giocattolo verde preferito: un millepiedi di peluche che mia figlia, allora piccola, aveva chiamato Piri Piri. Era decisamente più grande di lei, ma erano inseparabili. Lo trascinava con tutta la su forza, frutto di un piccolo corpo ma di un cuore grande, per casa. Lo traslocava da una cuccia a un altra, e d’estate prendevano il sole insieme in giardino. Quando Mimi faceva il bagno ero costretta a lavare anche il millepiedi, vista la vita intensa che conduceva.
Poi è arrivata Eva, il mio dolcissimo bull dog inglese, e la famiglia si è allargata.
Così l’allegra combriccola era formata da Mimì, Eva e Piri Piri; sempre più malconcio dai frequenti giri in lavatrice ma sempre presente.
Sono passati gli anni, e Artù è entrato nella mia vita. Un piccolo cane color miele, tanto vivace e affettuoso con la sua famiglia quanto scontroso con il resto del mondo. Così a Mimì, Eva, Artù si è aggiunto Piri Piri, sempre più provato dall’età, dalla lavatrice e dall’anzianità. Aveva perso qualche piede dei suoi mille, un occhio, ma era sempre lì. Presente.
Quando Mimì si è trasferita altrove, l’ho seppellita in giardino, sotto il rosmarino che lei amava tanto, e insieme a lei ho messo Piri Piri a farle compagnia: il suo amico inanimato ma talmente impregnato di ricordi e di esperienze condivise che era diventato un membro della famiglia.
Non conosco le origini del legame del cane della storia di Zampa con l’unicorno viola, ma immagino di intravedere nel suo affetto per il peluche il ricordo di un legame che scalda il cuore, il cui epilogo però lo spezza, senza possibilità di riparazione.

Fonte La Zampa-La Stampa

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