Matrimoni bianchi e divorzi grigi

Un matrimonio bianco, abitato dalla fratellanza più che dall’erotismo, porta con sé, prima o poi, un divorzio grigio.
Brizzolato, dai capelli sale e pepe.
La vita è a termine, e lo è per tutti.
La ricerca della felicità diventa uno dei tanti obiettivi da perseguire vivendo, non sopravvivendo.
Così, unitamente alle aspettative di una vita più longeva, aumentano le aspettative di una vita amorosa più vibrante e di qualità.
Niente più compromessi, del vivere e del sentire.
Quando un legame si protrae con affanno e fatica, senza slancio emozionale ed enfasi sessuale, “finché noia non ci separi”, non basta più.
I partners, prima o poi, iniziano con il guardarsi dentro per poi guardare oltre e altrove, oppure, guardano oltre e altrove e poi si guardano dentro.
Invertendo l’ordine degli addendi, il risultato non cambia.
L’amore che non viene manutenzionato si dissolve, è solo questione di tempo.
La ricerca di energia, di scambio emotivo più che di azione, di incantesimo più che di compagnia, di erotismo più che di ginnastica, di magia più che di noia, muove le fila dei cambi di rotta brizzolati.
I colori dell’amore sofferente, in realtà, sono sempre gli stessi.
Cambiano i protagonisti degli amori estinti, ma il denominatore comune rimane immodoficato: la sciatteria dell’anima.
I colori e le emozioni si estinguono: iniziano con l’essere sbiaditi sino ad arrivare al bianco e nero, per diventare poi, un vero total black dell’anima.
Il cuore pieno di niente.
Anzi un buco nel cuore, con il rischio più grande: riempirlo di quello che capita, e accettare sogni dagli sconosciuti.

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