Quando si confonde l’amore con il dolore

Fanno rima, ma non hanno niente in comune.
Almeno così dovrebbe essere.
Nonostante ciò, ci sono molte persone che in assenza di dolore, di struggimento e pathos credono che non si tratti di amore, ma di una sorta di quieto vivere dello stare in coppia.
Così, cambiano meta e rotta, vanno verso la mareggiata e, come sempre accade, imbarcano acqua, con il rischio di annegare.
L’amore, invece, è simmetrico e rispettoso.
Audace e non manipolativo.
Intenso ma non distruttivo.
Per indossare i panni del sentimento più importante delle nostre vite, l’amore non deve sempre portare con sé un tragico malessere emotivo, può anche far sorridere, ridere, abbracciare senza stritolare.
Scaldare il cuore e non ustionarlo.
Può avere la forza di un uragano estivo, senza sradicare dal sottosuolo.
Il mercato odierno delle relazioni, tra social e amori mordi e fuggi, tra la bulimia di conferme e consensi, ci regala la cifra del non amore e delle insicurezze dilaganti.
Associa l’amore alla possibilità di cambiarlo quando non emoziona più, quando invecchia, quando si impolvera, ma non fornisce gli elementi per riconoscere quello sano: quello che non fa male quando ci consegnamo a lui.
Molti amori, soprattutto quelli ricorrenti, quelli che non finiscono e che ricominciano, o pensano di ricominciare, sono responsabili di dosi massicce di ricorrente infelicità.
Tutta colpa della coazione a ripetere, un potente meccanismo psichico che porta a percorrere gli stessi sentieri psichici – soprattutto quando sono legati a figure genitoriali o a traumi pregressi -, così l’elaborazione del lutto viene associata alla possibilità ansiogena di lasciare andare via il passato, quindi, a una ulteriore perdita.
Un amore senza gioia è come una notte senza giorno, come un fiore senza acqua: non può durare a lungo.
La sua intensità e struggimento, le sue stelle e la sua luna crescente, hanno bisogno di un’alba, di un nuovo inizio, per regalare energie a lento rilascio, più che prosciugare di energie psichiche.
Non si possono brandire sentimenti atroci in cronico; anche il cuore con maggior riserve di resistenza, prima o poi, abdica e vira verso la salvezza.
Ogni amore, in realtà, non conosce altro desiderio che quello di durare ed essere felice, e lotta con quanto è in suo possesso affinché questo si realizzi.
Quando un amore fa male, quando diventa un dolore di lungo corso, avido di rubare le tue lacrime, non c’è investimento emotivo che basti.
Amare senza riserve e senza dolore, secondo me, rimane ancora un gesto sovversivo.
Perché l’amore si riconosce sempre da una cosa: è felice.

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