Colei che dà la vita sembra essere destinata a perderla. Quando ama, quando abbassa il livello di guardia, quando si fida e si affida.
Per presunto amore.
Per scarso controllo delle pulsioni.
Per vendetta.
Per un delirio di gelosia. Per follia.
Oggi è un giorno tristissimo che non sarebbe dovuto esserci, e che non avremmo mai dovuto ricordare.
Abbiamo tante giornate nazionali, di tutti i tipi: simboliche e meno simboliche, goderecce e profondamente drammatiche, come quella di oggi.
Una giornata come questa diventa un luogo dell’anima dove segni e sogni si intrecciano con l’augurio di non doverla mai più ricordare.
Abbiamo uomini che manipolano e donne che subiscono.
Uomini che si fingono avvolgenti e che, invece, stritolano.
Sms di cui si perde il conto, che invadono i cellulari, e insistenze – non proprio floreali – che disseminano ansia e panico, compromettendo la qualità di vita.
Abbracci che non abbracciano, e percosse che deragliano e diventano coltellate.
Abbiamo donne affamate d’amore che confondono la manipolazione per seduzione, e il posssso per cura.
Abbiamo poi lo sconto della pena, l’incapacità di intendere e di volere, e il raptus omicida.
Come se l’invenzione di una presunta diagnosi – che non esiste! – potesse mai lenire il dolore di una madre che perde una figlia, o di una figlia che perde la madre.
E per finire, abbiamo le vittime più vittime di tutti: i bambini.
I figli del femminicidio, orfani senza nessuno sconto della pena. Orfani per sempre.
Orfani di una madre uccisa e di un padre in galera, mai più fruibile sul piano affettivo. Bambini che dovranno addomesticare la rabbia per poter continuare a vivere, vittime innocenti che non hanno chiesto a nessuno di venire al mondo.
Una giornata come questa non dovrebbe far parte delle nostre agende, dovrebbe essere sostituita da una cultura dell’amore e del rispetto.
Da un’educazione all’amore sano, perché anche amare è difficile, e non sempre abita la terra degli automatismi relazionali e della salute psichica.
Talvolta, anche l’amore uccide.
Il numero antiviolenza è il 1522.