C’è chi, quando ama, brandisce trasparenza estrema e retrospettiva.
Quindi, niente confessioni postume niente amore. Come se amore e segreti non potessero scorrere in due diverse vene della stessa persona.
Tutti abbiamo dei segreti, alcuni leciti, altri illeciti.
Alcuni vanno ripassati con la fantasia e scaldati con la memoria; di altri ne faremmo volentieri a meno.
In ogni caso, ogni evento, meritevole o deplorevole, appartiene al nostro mondo; mondo che esiste grazie ai nostri segreti, sbagli e bugie.
Alcuni sono da condividere più che da confessare al partner amato, altri da tacere e da sigillare in un omertoso silenzio.
La parola amore, a furor di popolo, va obbligatoriamente coniugata con: confessione del passato amoroso, trasparenza, sincerità assoluta, nessun segreto per sé, nessuna zona psichica riservata, nessuna zona del cuore ZTL.
Insomma, un connubio mal riuscito tra una confessione di cattolica memoria e l’espiazione delle presunte colpe del passato.
L’amore per essere vero, sempre a furor di popolo, dovrebbe corrispondere al travaso maldestro e catartico del proprio mondo interiore in quello del partner.
Senza chiedere il permesso, e senza valutare se nel mondo interno del partner c’è davvero spazio per le nostre confessioni, che sarebbe meglio indirizzarle a uno psicologo più che al coniuge.
Monti amori confondono il partner per un sostegno psicologico gratuito; sostegno che, tra l’altro, è assolutamente amatoriale, non funzionante e rischioso per la salute della coppia.
Senza dimenticare, caro amante della trasparenza retrospettiva, che tutto quello che confessi, un giorno potrà essere usato contro di te.
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