Il famoso film “Ti presento i miei” racconta dell’incontro di una coppia con i loro bizzarri e molto diversi tra di loro genitori. È un film che regala sorrisi mentre ci racconta dei frequenti imbarazzi frutto della diversità, degli equivoci e delle simpatiche incomprensioni da modi vivendi molto diversi tra di loro.
Al giorno d’oggi ti presento i miei è una frase che dovrebbe essere riferita alla presentazione dei propri figli al nuovo compagno o compagna della mamma o del papà.
Le coppie si formano, vanno in crisi e si separano alla velocità della luce, per incominciare da un’altra parte, nel più breve tempo possibile, per non sentirsi soli, abbandonati e non sentire troppo dolore. Il chiodo scaccia chiodo sovrasta di gran lunga la strada impervia dell’elaborazione del lutto.
Dalle ceneri dei precedenti matrimoni, solitamente, ci sono dei figli ai quali non viene chiesto il parere e nemmeno il consenso per le scelte amorose dei loro genitori; soprattutto postume alla separazione.
Scelte che riguardano, ovviamente, anche loro.
Quei figli che prima o poi dovranno conoscere il nuovo compagno o la nuova compagna del padre o della madre, e dovranno pure tentare di volergli bene. Che dovranno fare un lavoro interiore molto faticoso per non sovrapporlo all’immagine dell’altro genitore – colui che vive altrove -, che non dovranno essere gelosi, che non dovranno sentirsi trascurati e non dovranno entrare in competizione con il nuovo amore di mamma o di papà.
Le sciagure però non sono sempre tutte uguali, ci sono anche quelle a lieto fine.
Ci sono infatti dei casi in cui il nuovo partner è più genitore del genitore biologico, e svolge amorevolmente e senza sconfinare in ruoli che non gli competono il ruolo di compagno di vita della mamma o del papà e dei figli. Bambini o adolescenti denutriti sul piano affettivo che trovano finalmente un nuovo equilibrio. Un genitore felice e molto amato, dei ruoli equilibrati scevri da sgambetti e maltrattamenti psichici o fisici, nuove parole che prendono il posto dei silenzi assordanti. E la vita ricomincia per tutti. Anche per loro.

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