Fare convivere nella stessa vita il bisogno di partire e di restare è faticoso, se non impossibile.
Quando vai in vacanza senti la mancanza della casa, quando sei in casa della vacanza. Quando sei lì vorresti essere qui, e quando sei qui lì. Quando sei stanco e tenti di dormire un po’ di più, c’è un punto tra il sonno e la veglia che vorresti che passasse subito o che durasse per sempre.
Lo stesso accade quando ami, non ami, scegli, non scegli, curi e osservi la resistenza alla cura (il restare del paziente dentro i suoi sintomi), vige sempre una lotta estenuante le due forze magiche e antitetiche: partire e restare.
Ogni scelta che abbracciamo ci obbliga a rinunciare a qualcos’altro o a qualcun altro. A volte ci chiediamo se rimanere o andare, se accettare quel nuovo incarico o rimanere nella solita zona di conforto con il rischio di rimanere incastrati nell’indecisione, nell’immobilismo e nella morsa della solitudine, avvolti in un istante.
Fanno così anche i pazienti: chiamano con urgenza e poi non si presentano in studio, assaporano il benessere per poi regredire nei sintomi o nei legami disfunzionali.
Le coppie in crisi attuano lo stesso modus operandi: partono per nuove terre e si schiantano sulla prima onda anomala. Scelgono l’amante ma vogliono il partner, hanno il partner ma desiderano l’amante per sopportare il partner.
Litigano, fanno pace, assaporano un nuovo inizio, e restano. E poi ricominciano. Come i funamboli, in bilico tra partire e restare.
In fondo cos’è la vita? Non è altro che un viaggio, anche da fermi, dentro e fuori da sé stessi. E alla fine – se sei fortunati accade prima, se sei miope dopo – capisci. La vera destinazione sei tu, soltanto tu.
La tua qualità di vita, i tuoi affetti, le tue scelte o non scelte. Quello che lasci dopo di te, e che lasci per stare con te o non perdere te.
Tra partire e restare, tra dire addio a un amore e dare vita a un amore, c’è sempre un’intensità unica.
Nell’istante dell’incontro o dell’addio ci sono sentimenti leali, intensi, unici; assolutamente irripetibili in altri momenti. Emozioni nuove e inedite, che nessuno può mai riprodurre durante il cammino perché fanno parte esclusivamente degli inizi e della fine. Forse per questo motivo siamo così attratti dal partire e dal restare.

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