Quando un cuore inizia a fare i capricci diventa un ospite rumoroso.
Il suo mal funzionamento ricorda la sua presenza in petto, e come spesso accade, è la funzione che regala identità all’organo.
Quando un cuore fa le bizze, pur mantenendo il suo battito per le persone che ama, uno dei tanti cerotti è rappresentato da un pace-maker. Quell’oggetto misterioso che va a supplire il mal funzionamento dell’organo più romantico e simbolico che ci sia. Lo sposalizio tra il cuore e il suo surrogato dovrà essere celebrato da un nuovo inizio fatto da buona condotta e consapevolezza dell’accaduto, evitando di giocare alla roulette russa con la vita.
Il cuore è un organo talmente simbolico da cingere a sé concetti come la vita e la morte, l’amore e il mal d’amore, sino da farci sprofondare nelle maglie della paura quando inizia a fare i capricci.
Non tutti i cuori sono uguali, spesso incarnano le caratteristiche dei loro legittimi proprietari. Ci sono cuori grandi e generosi e altri avari e tristemente morigerati.
Cuori impavidi e altri paurosi. Cuori che amano tanto, altri meno, altri ancora a modo loro. Cuori prudenti e cuori coraggiosi, e coloro che vogliono sentirsi vivi anche da rammendati.  In questo giro volante sulla giostra della vita lottiamo di continuo tra ragione e sentimento, tra il capire e il sentire, e spesso ci smarriamo.
Tra intoppi e strappi non dobbiamo mai dimenticare che si vede solo con il cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi, come diceva il Piccolo Principe, il mio eroe preferito.

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