Un lungo viaggio. Mete, amore e psiche

C’è chi parte e chi resta. C’e chi parte da solo e chi in compagnia. C’e chi parte in compagnia di se stesso, e chi è da solo pur essendo in compagnia.
Chi viaggia in coppia, chi in famiglia, chi viaggia da solo.
Questo periodo dell’anno è il periodo degli spostamenti, delle festività e dei bilanci di fine anno.
Il mese più trafficato dell’anno, in tutti i sensi.
Mese di mete e di emozioni, di traguardi, di affetti e di amori.
I viaggi, tema a me molto caro unitamente agli animali, possono essere reali e simbolici, brevi e lunghi.
Con o senza ritorno.
Si viaggia raggiungendo mete lontane, e si viaggia dentro la propria psiche, rimanendo.
Il viaggio è, in ogni caso, un momento di sospensione dalla realtà.
In vacanza veniamo rapiti da un bisogno potente e prepotente di staccare la spina, di esplorare le terre dell’altrove, senza linea e senza rete.
Terre reali e terre simboliche, dell’anima.
Una meta davvero ambita è la ricerca della felicità; rappresenta la ricerca di ciò che ci rende felici, meno felici, tristi, delusi, disillusi.
Quindi, mete si, ma manche mete interiori, in perenne equilibrismo tra mente e cuore, nel tentativo di vedere più luoghi possibili.
Uniche regole per viaggiare sicuri: bagaglio a mano, piccolo e leggero, senza cattivi pensieri e magoni, e non tornare mai come si è partiti.

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