Avvertenze: riflessione scomoda e controversa. Prima di arrabbiarsi, sentirsi offesi o commentare, leggete tutto, sino all’ultima parola. Grazie!
Essere figli ed essere madri è l’esperienza più complessa e affascinante che ci sia.
Ci sono le madri elefantesse, apprensive, ingombranti e sostitutive dei bisogni dei figli (“so tutto io, soprattutto cosa è bene per te”) e le madri evanescenti, algide, disaffettive.
Ci sono le madri narcisiste e le madri dipendenti affettive, che amano come possono. Ci sono le madri felici e quelle infelici. Quelle molto amate e quelle trascurate e ignorate. Le madri coniugate e le madri falsamente in coppia, le più sole di tutte. Ci sono anche le madri che nonostante gli impegni profusi, le amorevoli rinunce, la presenza concreta e simbolica non riescono a fare (o essere) le madri come vorrebbe il loro cuore.
E poi ci sono i figli. Ci sono i figli che non vengono mai partoriti nonostante siano nati. I figli che regrediscono all’utero in momenti di difficoltà, così invece di andare aventi vanno indietro: i figli cronici e i genitori cronici.
Ci sono i figli chi tentano di crescere e di diventare loro stessi nonostante il troppo o il poco amore (La giusta dose ancora non è poi così chiara).
Ci sono i figli, che una volta diventati genitori, elaborano il passato e coloro che, invece, lo subiscono e lo tramandano in maniera disfunzionale al (povero) figlio che verrà.
Chi compensa, chi sposta, chi annaspa come può.
Ma nonostante le madri o grazie alle madri che abbiamo avuto – tutti noi – o grazie proprio ai dolori che abbiamo subito, venire al mondo e aiutare a nostra volta i nostri figli a cavarsela da soli, trovate il bello nel brutto e riscrivere il nostro destino è sempre possibile.
Auguri a tutte le mamme e a tutti i figli.
Valeria Randone
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3 Commenti. Nuovo commento
Sono sopravvissuta ad una madre carabiniere, solo perché ne ho preso le distanze e sono andata in terapia. Il dolore è rimasto ancora a lungo e anche le conseguenze, ma ho potuto andare avanti. Non ho voluto, però, diventare io madre, per non ripròporre (inconsciamente) un rapporto cosi negativo come quello subito. Alla frase: “di mamma ce n’è una sola” rispondo sempre : per fortuna !!!
Cara Daniela,
grazie per il suo racconto!
Un affettuoso saluto.
Sto cercando di sopravvivere ad una figlia, che non accetta che io sia imperfetta, in quanto madre sola. La terapia mi aiuta ad accettare chi non vuole accettarmi.
Grazie sempre per i suoi scritti.
Buona festa della mamma, cara dottoressa.