Per Lucrezia. Buon otto marzo figlia mia

Cara figlia mia,
scrivo a te per parlare a me e a tutte le donne, grandi o piccole che ci leggeranno. Scrivo oggi, per la festa della donna, nella speranza che le mie siano parole eterne, di buon augurio, e che si facciano abbraccio e futuro.
Oggi, più di sempre, ho fatto un elenco (anche se io non amo gli elenchi, mentre tu sei meravigliosamente più ordinata di me) nella speranza che diventi realtà. La tua realtà.
Io sarò roccia e sarò mare. Sarò lo scoglio su cui infrangerti e il mare che ti accarezza per poi ritrarsi al suo posto. Sarò, se lo vorrai, la colonna su cui poggiarti quando sarai stanca o confusa e le torte da fare come anti-stress.
Da quando sei venuta al mondo ti ho difesa dalle tue stesse paure e insicurezze, e anche dalle mie, ti ho riparata dagli inganni con merende e abbracci. Tanti, anche notturni, anche senza la tua approvazione, anzi sfidando la tua disapprovazione adolescenziale.
Oggi che sei donna, in questa giornata così piena di speranza, ti auguro fatica, tanta fatica. Perché senza di lei le cose non avranno valore e non si incastoneranno dentro di noi. Così quando saranno tue e tu apparterai a loro, nessuno vi potrà più separare. Che si tratti di studio, di lavoro, di struggenti passioni, di uomini.
Ti auguro di non consegnare l’amore e il successo alla fretta, perché la lentezza porta lontano, e il percorso talvolta è ancora più bello della meta.
Ricordi quanti voli abbiamo preso per arrivare al Kruger? Per vedere gli elefanti? Anche l’attesa è stata emozione, e ogni tappa con le sue magie e alchimie ci è rimasta ricamata nel cuore.
Ti auguro tanti sogni, e che il sogno, il tuo sogno, sia superiore alla realtà, e che la realtà sia all’altezza del sogno.
Ti auguro di conoscere il buio, perché senza di lui nessuna luce brillerà mai abbastanza. E non saprai distinguere il primo dalla seconda.
Ti auguro di conoscere l’abbandono, di attraversarlo e di andare oltre. Perché senza il tunnel non vedrai nessuna luce, rimarrai nella penombra del cuore, il colore più triste e grigio che ci sia.
Ti auguro tante cose fatte: esperienze, emozioni, vita. Ti auguro di scappare dalla facile seduzione delle cose non fatte per non doverti pentire o per paura di sbagliare o di essere felice.
Ti auguro di correre al vento e anche e soprattutto controvento, e di avere fame di tutto, ma di sapere anche rallentare per occuparti di te, per ascoltarti. Sempre.
Ti auguro amori veri, pieni, a tutto tondo, senza spigoli o uncini. Senza trappole del cuore, senza manipolazioni e compromessi.
Ti auguro di non accontentati, di non sminuirti, di volerti bene anche quando il mondo te ne vorrà di meno. Di credere in te come ho sempre fatto io da quando eri un puntino nel mio ventre e già mostravi la tua personalità.
Ti auguro cene parlanti e mai tavoli muti. Le parole del cuore ti proteggeranno dall’assurdo e insopportabile rumore di un tavolo per due, senza i due.
Ti auguro parole, parole, parole. E baci, baci, baci. Tanti baci, per sempre, oltre l’egemonia del tempo. Che non siano mai prudenti e nemmeno nostalgici. E poi ti auguro il Bacio, quello che riconoscerai tra mille, perché ti farà battere il cuore, ti inonderà di felicità e di passione, e rimarrà dentro di te a lungo. Così lo riconoscerai e ti farai guidare ascoltandolo.
Ti auguro felicità, coerenza con il tuo sentire più profondo e coraggio, perché le prima senza il secondo stenteranno a diventare realtà.
Ti auguro sogni, tanti sogni. Da innaffiare ogni sera come quando eri bambina e giocavano a dare l’acqua ai sogni. Da accarezzare, custodire, realizzare con determinazione e onestà.
Ti auguro scelte, chiarezza del cuore e del corpo. Perché se sceglierai sarai protagonista di te stessa e nessuno potrà farlo per te. Soltanto così non vivrai negli imbrogli del cuore, nel non detto, non fatto, nelle acque torbide e immobili di chi fa l’infingardo nella vita.
Ti auguro di non rimanere intrappolata nel prima o poi, nel dopo, nelle non scelte, nei silenzi, nelle crasi affettive, nella dittatura dell’istante.
Ti auguro tanti appuntamenti con l’amore e con la vita.
Ti auguro un inconscio amico e chiaro, perché se lo ignorerai lui si farà sintomi e infelicità, e il rischio più grande sarà quello di non stare troppo male da decidere di cambiare. Ti auguro di non adattarti mai all’infelicità intermittente, perché lei è un’imbrogliona e spesso ha la meglio sulle scelte coraggiose.
Ti auguro di amare tanto e di sentire l’invisibile, accade solo quando si ama (e si viene amati, se no non vale) tanto e bene.
Ti auguro di dire tanti no, perché dietro un no c’è una scelta, c’è il sapere cosa vuoi e quello che non vuoi, soprattutto. E i si successivi avranno l’odore di lavanda e il sapore intenso della cannella, che a noi piace tanto.
Ti auguro dosi massicce di fantasia e creatività e basse dosi di buonsenso, il nemico più grande della creatività, come diceva Nietzsche.
Tu auguro uomini adulti di cuore e di spirito che avranno cura di te che saprai già avere cura di te; perché la cura in amore è tanto, se non tutto.
Ti auguro un ventre pieno, se lo vorrai, e di amare tanto così come io faccio con te. E tante zampe che fanno bene al cuore.
Ti auguro viaggi, tanti viaggi. Da ferma e in volo. Ti auguro terre sconosciute che diventeranno conosciute, spezie e nuovi odori e sapori, carnagioni diversamente pigmentate e cuori nuovi.
Ti auguro di visitare l’Altrove, quello che c’è in te e fuori da te. Senza paura ma con dosi massicce di interesse e curiosità. Perché solo così sarai migliore.
Ti auguro di camminare in bilico come una funambola tra l’ansia da separazione e l’ansia da relazione, per non cedere a nessuna delle due e vivere. Sempre.
Ti auguro il futuro. E se non dovessi trovarlo, inventalo. Soffia a pieni polmoni sulle nubi, spostale, falle diradare, allontanare, e se non si allontanano attraversale. Soltanto con caparbietà, determinazione, unghie e denti sarai una Donna e andrai altrove.
A te che sei donna e anche bambina, che vuoi andare e anche rimanere, che maltratti le tue fragilità che un giorno accarezzerai, a te che sei luminosa ma non lo sai ancora, ti auguro mille giorni come questo. Così simbolico e libero. Buona festa della donna, tesoro mio.
Io, invece, mi auguro di vivere nel tuo ricordo quando il tempo avrà spazzato via ogni cosa, come ha fatto il nonno con me, dentro di me.

Ti voglio bene.

Mamma

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