La donna frigida esiste ancora. Qualche perplessità

Esiste ancora la donna frigida?

Gli appellativi sessuali e sessuati per definire le donne sono tanti, fantasiosi e scarsamente scientifici. Donne frigide. Donne isteriche. Si prosegue con altre etichette di genere che riguardano il loro (nostro) essere donne madri e compagne di vita: donne streghe e madri assassine.
Insomma, sembra che alla parola donna vengano coniugare didascalie linguistiche efferate, ma soprattutto errate.

La sessuologia oggi

In ambito sessuologico, nonostante il passare degli anni e l’avanzare della ricerca scientifica, vengono ancora adoperate parecchie terminologie invalidanti per chi le riceve e le subisce. Una di queste è “frigidità”.
Il termine frigidità deriva dal latino “frigiditasfrigidus”, che rimanda a un concetto di “freddezza sessuale”.
Questa sgradevole etichetta diagnostica, dava la dimensione dell’assenza di calore della donna: dal punto di vista fisico, psicologico, finanche relazionale. Segue il suo presunto opposto: la ninfomania, etichetta diagnostica appiccicata addosso a donne sessualmente esigenti o esuberanti, utilizzata spesso in maniera tanto denigratoria quanto falsa.
La “frigidità” e la “ninfomania” continuano a essere attribuite socialmente ad alcune donne con particolari caratteristiche psico-sessuali, si tratta invece di categorie diagnostiche dubbie e poco chiare.
Questi termini, assolutamente obsoleti, sono del tutto superati e non adeguati a rappresentare le disfunzioni sessuali femminili.
Frigidità è un termine offensivo, giudicante e denigratorio, oltre che vago e impreciso. Resiste e persiste nel linguaggio comune regalando quote di disagio psicologico e relazionale nella donna che la subisce.

Dagli abusi linguistici alla realtà.Un pò di clinica

Gli abusi e i soprusi linguistici hanno caratterizzato anche la sessualità maschile. Il termine “impotenza”, anch’esso obsoleto, è stato recentemente sostituito da quello meno giudicante di “disfunzione erettile”, così come il termine “prestazione sessuale” con il termine “soddisfazione”, termine decisamente meno ansiogeno. Termine che riguarda la dimensione di coppia, con le sue dinamiche e intersezioni, e non più il singolo partner. Etichette diagnostiche come frigidità o impotenza sono terminologie denigratorie, associate al rischio di “confondere la parte con il tutto”: la disfunzione sessuale con l’intera persona e personalità, in grado di causare un blocco psichico totale in chi le riceve.
Un termine ghettizzante paralizza il paziente, blocca la possibilità di chiedere aiuto ai clinici e crea un velo di omertà e tremendo imbarazzo.

Leggi anche:
Quando lei ama lei, psiche e sessualità

Nonostante tutto, il termine “frigidità” esiste ancora

Il primo passo verso una corretta diagnosi è capire se la donna frigida esiste davvero. Se si tratta di una donna ammalata, incapace di amare, oppure di una donna una con problematiche affettive e relazionali, o soltanto sessuali.
Un altro distinguo da fare è comprendere se la presunta frigidità si manifesta con tutti i partner o con uno soltanto, e se la stessa donna può vivere la sfera intima con modalità adeguate con un altro partner.
In ogni caso la terminologia adoperata influenza profondamente la donna che si percepisce come ammalata.
In realtà la donna frigida non esiste affatto, tra l’altro la stessa donna può essere “gelida o congelata” tra le braccia di un partner e decisamente adeguata con un altro, manifestando quello che Basson chiama “desiderio sessuale responsivo”.
Il concetto di frigidità ha sempre posto seri problemi dal punto di vista della definizione semantico-lessicale e da quello strettamente teorico-clinico.
Il termine adoperato impropriamente veniva attribuito indistintamente a donne anorgasmiche e a donne che soffrivano di calo del desiderio, senza una diagnosi adeguata, soprattutto, di tipo differenziale.
La “frigidità” come concetto in sé non esiste.
L’utilizzo di tale terminologia, come sosteneva la Kaplan, è improprio tanto quanto aspecifico, potrebbe invece appartenere alla complessa e poliedrica sfera dei  disturbi del desiderio sessuale.
Alla luce di anni di studio e di una cultura sessuologica integrata, è necessario ridefinire il termine frigidità, terminologia chiaramente adoperata esclusivamente al femminile, sradicando l’immagine che evoca la frigidità: una donna fredda e senza emozioni erotico e sessuali; con l’obiettivo di utilizzare la giusta terminologia scientifica di “disturbo del desiderio sessuale femminili”.

Leggi anche:
Le 10 regole del sesso, tra falsi miti e realtà

Sessualità femminile e i suoi misteri

La sessualità femminile e il suo funzionamento è veramente un territorio complesso da diagnosticare e curare. Correla con un’infinità di fattori psicologici, fisici, emozionali, relazionali; accomunarli, e non differenziarli, soprattutto dal punto di vista diagnostico, compromette lo step successivo: la terapia.
In linea generale, il corpo e la psiche della donna rimangono “frigidum” (freddi), quando manca l’eccitazione psicologica, emozionale, mentale e, di conseguenza fisica, e quando le dinamiche di coppia non sono adeguate.

Dottoressa Valeria Randone

Seguimi su Facebook (clicca qui) e su Instagram (clicca qui) e guarda le mie foto.

Per ricevere la mia newsletter settimanale potete iscrivervi cliccando sul pulsante sotto se vi fa piacere, vi aspetto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

Articoli correlati

Consulenza online

Da oggi è possibile chiedere una consulenza online in tutta privacy e con la professionalità di sempre
Scopri di più
close-link
error: Il contenuto è protetto