Vagina dentata, una definizione che atterrisce, che spaventa, che fa riflettere.
Vagina dentata, un incubo da psicoanalisi, evoca fantasmi arcaici, potenti e prepotenti.
Vagina dentata, una fantasia catastrofica, ansiogena, disastrosa.
E ancora, vagina dentata, un nucleo fobico ben strutturato che impedisce ogni forma di rapporto intimo e penetrativo.
Qualche riflessione sulla vagina dentata
La sessualità non é sempre sinonimo di desiderio e di piacevolezza, di intimità e di spontaneità, o di piacere sicuro e scontato.
Spesso le ansie possono essere coniugare al maschile e al femminile; fanno rima con difficoltà, inibizione e dolore, con un marcato evitamento, come nel caso dell’angoscia da vagina dentata.
Alcuni uomini sviluppano un rifiuto fobico delle sensazioni erotiche e della corporeità associata alla dimensione coitale e della sessualità in generale, sino ad arrivare al totale evitamento dell’intimità.
Questi uomini, uomini paralizzati dall’angoscia da vagina dentata, vanno in contro a un marcato evitamento di alcune pratiche erotiche – con il rischio di vivere dei veri e propri attacchi d’ansia che sfociano in veri e propri attacchi di panico – quando si avvicinano al corpo di una donna, o quando percepiscono nell’aria profumo di intimità.
Le reazioni fobiche possono manifestarsi anche solo immaginando scene a contenuto erotico o parti simboliche, come per l’appunto la vagina, del corpo di una donna.
Quali sono le cause psicologiche associate a questo disturbo?
Quali sono i motivi inconsci che spingono l’uomo a scappare via da una donna, rifiutando ogni forma di intimità?
Le cause che creano e mantengono in vita l’angoscia da vagina dentata sono svariate.
Spesso abitano nel profondo della psiche di chi ne soffre.
Sono cause che devono ricercarsi nell’infanzia di questi pazienti: infanzia caratterizzata da madri iper critiche, intrusive, manipolative.
Anche la figura maschile di questi pazienti meriterebbe una disamina approfondita: trattasi infatti di figure maschili poco rappresentative e poco significative.
Le famiglie di questi pazienti sono famiglie rigide, caratterizzate da una scarsa comunicazione.
Tendono a censurare le argomentazioni riguardanti la sfera emozionale e sessuale. Famiglie che non hanno l’abitudine alla fisicità, al contatto corporeo.
Hanno quasi tutti molto pudore del loro corpo: non si carezzano, non si salutano con il bacio, non si toccano in generale.
In questi pazienti, la sessualità viene spesso associata al divieto, allo sporco, al peccato, e alla censura.
Questo tipo di introiezione e di imprinting psico-corporeo crea, in futuro, profondi sensi di colpa associati alla sessualità. Ciò impedisce la normale fase del desiderio e la successiva fase del piacere.
La figura femminile viene percepita come una minaccia, vampirizzante di energie psichiche, una sirena dal canto seduttivo e pericoloso. Da cui scappate a gambe levate. Di gran corsa.
La donna, con la sua fisicità e genitalità, diventa fautrice di ansie e paure.
L’ambiente vaginale viene vissuto come carico di pericoli, come potenzialmente minatorio per il mantenimento di un sereno equilibrio psichico.
La vagina nell’immaginario di questi pazienti viene vista come “dentata”, contenente cioè elementi di tipo cannibalico.
Questa disfunzione sessuale investe più aree della vita del paziente, compromette e danneggia anche la sfera relazionale con il femminile.
Trattasi di pazienti evitanti e impacciati, impauriti e abitati da un’invalidante goffaggine motoria che caratterizza i primi passi verso l’intimità.
Quale cura per la vagina dentata?
Il primo step da cui partire è sicuramente il prendere coscienza di avere un problema.
Rivolgersi ai professionisti qualificati, adeguatamente formati, estremamente empatici.
Un possibile approccio risolutivo è poi sicuramente quello psicoterapico; quel percorso di introspezione dei conflitti pregressi.
Conflitti irrisolti che danneggiano la sfera dell’intimità e della sessualità, compromettendo la qualità della vita di questi pazienti.
Talvolta, dipende dal quadro clinico e della resistenza del nucleo fobico. Si può valutare la possibilità di intraprendere una terapia combinata: psicoterapia e farmacoterapia.
Se il paziente è in coppia e lamenta esclusivamente problematiche associate alla qualità della sessualità (a volte riesce a vivere bene i preliminari e non riesce assolutamente nella penetrazione, perdendo l’erezione o fermandosi per paura), si suggerisce alla coppia un percorso di terapia sessuale di coppia che possa decondizionare l’aspetto fobico associato alla vagina, mediante l’utilizzo di mansioni sessuali – mai uguali per tutti ma calibrate dal clinico in funzione del paziente – che abituino il paziente allo stimolo fobico, all’interno del rassicurante setting terapeutico.
Venire fuori dal silenzio e dalla vergogna diventa obbligatorio per poter finalmente dare spazio al desiderio e al piacere di desiderare.
3 Commenti. Nuovo commento
Mi ritrovo pienamente nella descrizione materna e familiare, sono un figlio di un padre che è sparito quando avevo tre anni e di una madre ipercritica e manipolatrice, e in famiglia non sono mai esistiti abbracci, baci e qualsiasi tipo di contatto fisico. Ora ho 29 anni e dall’età di 14 soffro di una grave agorafobia che mi ha rovinato la vita impedendomi di vivere normalmente, e naturalmente il solo immaginare un avvicinamento ad una ragazza, seppur desiderato, mi ha sempre causato forte angoscia non permettendomi quindi di vivere alcun tipo di intimità.
Salve dottoressa, mi trovo in questa identica situazione. Il fatto é che sono caduto in depressione perché tutti mi giudicano strano e ora mi sono isolato. Sono stato avvicinato da moltissime ragazze, alcune tra le quali modelle, ma per il suddetto problema non sono mai riuscito ad arrivare al dunque. Questo mi ha causato un disagio tale che ho anche tentato il suicidio. Vorrei chiederle come posso essere aiutato?
Buonasera,
per prenotare una prima consulenza sessuologica può chiamare da lunedì a venerdì e verrà richiamato appena mi sarà possibile.
Un cordiale saluto