Vivere da ipocondriaco non è affatto semplice. Bisogna impegnarsi, e anche molto.
Bisogna decidere di vivere abitati, anzi colonizzati, dall’angoscia e dalle sue sorelle: la paura e l’ansia.
Il malato non è consapevole del suo disagio, vaga da un medico all’altro alla ricerca di una diagnosi infausta che confermi la sua malattia, o le sue malattie.
Diagnosi che escludano le cause organiche, che rasserenino, che plachino l’ansia da malattia, invalidità, morte.
Queste diagnosi, però, un primo momento sedano l’ansia, ma in realtà alla lunga la nutrono. Il benessere da nuova diagnosi, e da nuovo medico, dura poco, molto poco.
Il tarlo dell’ansia torna a lavorare in sordina, sotto soglia, e obbliga il suo padrone di casa a cercare ancora e ancora qualche cerotto per l’anima.
Altri medici, altre diagnosi, con effetti assolutamente nulli, con un dispendio economico importante. Le diagnosi che escludono le cause organiche del malessere vengono scartate a priori: il paziente non si sente compreso, capito e rispettato nel suo dolore.
Così, diagnosi dopo diagnosi, sviluppa un condizione detta “lutto dell’essere sano”.
Lo stesso modus operandi avviene per le problematiche sessuologiche, in particolare modo, per il deficit erettivo.
Ansia, ansia, fortissimamente ansia. Vediamo coda accade all’ansioso
L’ansioso diventa la sua malattia.Tutto gli genera paura, panico, terrore.
Anche il più blando dei segnali che il corpo trasmette diventa un campanello d’allarme di tragedie imminenti. Un mal di testa diventa uno scampato aneurisma cerebrale. Un boccone di traverso uno spasmo faringeo da SLA. Un crampo al polpaccio una manifestazione di sclerosi multipla. E ancora, un sospetto tremore da freddo un tremore da Parkinson.
I mille volti del paziente ipocondriaco. Ansia e luoghi corporei
Il modus operandi del paziente ipocondriaco è, quasi sempre, lo stesso.
Ascolta e amplifica i suoi sintomi, cerca il loro corrispettivo online nel tentativo di una diagnosi. Non accetta la diagnosi, cerca altri medici e altre diagnosi. Oppure: assume farmaci al bisogno o in autogestione, tacitando la sintomatologia che, a sua volta, migrerà da un luogo corporeo all’altro pur di essere ascoltata.
Qualche sintomo di ansia
Un buco allo stomaco improvviso, e anche senza preavviso.
Mani sudate che compromettono una stretta di mano amicale, o amorosa.
La voce diventa strozzata, incerta.
Appaiono delle vampate di calore improvvise, incontrollabili e imbarazzanti. Un tremore interno bussa alla porta dello sterno, scandisce le giornate e non smette di esserci. Il sonno diventa il suo peggior nemico. Appaiono, e si mantengono nel tempo, notti agitate e insonni: micro risvegli, un sonno che si superficializza, addormentamenti tardivi o risvegli precoci. Il sonno diventa più una punizione che un premio.
Anche i sogni di cui non aveva memoria diventano ingombranti e scomodi per la psiche. Sogni confusi e agitati, disturbati da incubi e cattivi pensieri.
Il meritato riposo, un lontano ricordo.
Fame d’aria e tachicardia. Anche il fiato diventa corto, difficile, faticoso. Il cuore ricorda della sua esistenza con dei battiti accelerati e anarchici.
La vescica inizia a fare i capricci, e ricorda con la sua sintomatologia la sua esistenza, diurna e notturna.
Minzioni urgenti, imminenti, imbarazzanti. L’alvo smarrisce la sua funzione spontanea. Va controllato, monitorato, manipolato.
Riportato sul rigido cammino dell’orario prestabilito e dei rituali anti-ansia.
Non gli è consentito essere spontaneo, o peggio ancora non obbediente.
La pelle si lamenta, a mondo suo, con l’unico linguaggio che conosce: i sintomi.
A tal proposito suggerisco la lettura di un libro bellissimo “l’io pelle” di Didier Anzieu.
La pelle è un organo altamente simbolico, di confine: una barriera tra il nostro mondo interno e quello esterno, così, spesso, anch’essa si ammala.
Pruriti improvvisi e psicosomatici, rossori, dermatiti psico-somatiche, chiazze improvvise, sgradevoli sudorazioni. I pensieri si aggrovigliano: diventano intrusivi, ossessivi e invalidanti, e dei pessimi compagni di viaggio.
La qualità di vita dell’ansioso diventa davvero scadente.
Ansia e cibo
Il cibo ha svariate altre funzioni, oltre il mero nutrimento.
Quando l’ansia fa da padrona, il cibo indosserà la veste dell’amico, dell’amante, dell’antidepressivo, o del sonnifero di turno.
Il rapporto con il cibo, solitamente già precario, diventa conflittuale e consolatorio facendo oscillare l’ansioso dall’iperfagia all’anoressia, alle più moderne e abusate intolleranze alimentari, o mode del momento.
L’ansia è la benzina sul fuoco della ragione
L’ansia è un terribile stato psichico che si presenta con svariate manifestazioni cliniche, tutte da analizzare e da decodificare, da diagnosticare con cura e competenza, da non tacitare e da curare nel più breve tempo possibile.
L’ansia è quel disagio interiore non meglio identificato che muove le fila di molte scelte, non scelte, sbagli o evitamenti.
L’ansia è sorella della paura e amica intima dell’ipocondria.
Strettamente imparentata con la depressione, diventa la protagonista assoluta di molti comportamenti disfunzionali.
È quel “non so che” che impedisce di prendere un aereo, di dare un esame all’università, o di lasciarsi andare ad un bacio propugnato, o a un rapporto sessuale.
Ansia, amore e sessualità
L’ansia è la causa del sempre più frequente ipertono adrenergico che compromette la risposta erettiva che impedisce alle terapie orali di fare il loro effetto.
È l’elemento centrale dello sconforto assoluto che rapisce molti giovani pazienti.
L’ansia è il sotto bosco della gelosia e del desiderio di controllare e possedere il partner.
Dall’ansia si può guarire.
I sintomi non adeguatamente diagnosticati e curati, escono dalla porta e rientrano dalla finestra della nostra psiche.
Vivere da ansiosi, non è vivere.
Cosa fare in caso di ansia?
Evitare di perdere del tempo prezioso, evitare di “rimanere online” tra consulti ad oltranza e ricerche di rassicurazioni, evitare ancora i pellegrinaggi diagnostici. Rivolgersi invece, ai clinici qualificati e formati, empatici e accoglienti, per diagnosi certa e terapia mirata e risolutiva.
2 Commenti. Nuovo commento
Articolo interessantissimo. Mi sono ritrovato in tutto ciò che ha scritto. vivo tutti i sintomi che ha descritto. È veramente una vita difficile. Complimenti dottoressa.
Buonasera,
mi sono permessa di cancellare il suo cognome per garantirle il massimo dell’anonimato.
Grazie per i complimenti. Utilizzi questo sentire e questo ritrovarsi nel mio scritto per trovare la forza di chiedere aiuto a un professionista.
Anche dall’ansia si guarisce.
Auguri per tutto