Gentile dottoressa Randone,
Le scrivo all’insaputa di mia moglie. Mia suocera, una donna aggressiva e altamente ingombrante, abita a casa nostra da prima che scoppiasse la pandemia, per colpa della frattura del femore.
Dirle che non la sopporto è un eufemismo. Pensavo che dopo la fisioterapia e la gamba del tutto riabilitata avrebbe avuto uno sprazzo di dignità e sarebbe andata via, lasciandoci in santa pace.
Invece è scoppiata la pandemia, lei si è del tutto ambientata a casa mia e ha deciso di vendere la sua di casa, lasciandoci in eredità i soldi della vendita.
Mi creda, pur essendo un dipendente statale, non me ne frega nulla di avere i suoi soldi, rivoglio indietro mia moglie, i miei figli e la mia libertà in casa.
La prego mi aiuti, sono sull’orlo di una crisi di nervi.
Gentile Signore sull’orlo di una crisi di nervi, farsi intrappolare dal circolo vizioso che dall’insoddisfazione, nervosismo e le parole dure porta al punto di partenza, non aiuta lei, la sua coppia, la sua famiglia.
Immagino, da quello che mi ha scritto e che ho dovuto rimpicciolire, che sua moglie abbia trovato un aiuto in casa grazie all’arrivo di sua suocera; e immagino anche che lei la viva come un‘intrusa e non come una risorsa.
Prima che la casa di sua suocera venga messa in vendita, parli con dolcezza e autorevolezza con sua moglie. Le dica chiaramente che lei ha piacere di ritornare a vivere come prima, voi quattro e nessun altro in casa. Che la madre, quando ne avrà voglia, potrà venirvi a trovare, ma che sarebbe opportuno che ognuno abitasse le rispettive case. Sei i toni dovessero diventare accesi e la comunicazione dovesse naufragare, vi consiglio una consulenza di coppia: luogo dell’ascolto e della chiarificazione profonda delle motivazioni che spingono entrambi a rimanere ancorati alle vostre ferree posizioni.
Un caro saluto
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