Domanda di rito. Risposta scontata, liquidatoria, spesso falsa.
Sto bene, a volte, è una risposta necessaria, salva imbarazzo. Una risposta che tarpa subito le ali al futuro della comunicazione.
Se nella risposta dovessi fare intravedere il tuo cuore, nessuno ti capirebbe, ti ascolterebbe e tantomeno avrebbe voglia di farlo.
“Come stai? Bene, grazie” diventano il luogo del non incontro.
Le cause sono varie ed eventuali: la fretta della comunicazione, il disinteresse, la noia, la sciatteria mentale ed emozionale, un interlocutore sofferente o insofferente che non ha uno spazio interno necessario per poter ascoltare.
Alcune volte il nostro dolore, per quanto importante e ingombrante possa essere, viene ignorato perché dall’altra parte c’è un’altra persona sofferente, che a sua volta avrebbe bisogno di essere vista e ascoltata.
“Sto bene” è una menzogna che in molti preferiscono dire, direi e anche ascoltare. Queste due parole contengono una dose smisurata di tristezza. Si fanno muro, protezione, bugia, imbarazzo, ma talvolta sono assolutamente indispensabili. C’è poi chi nemmeno ti chiede come stai, ma questo è un altro discorso.

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