Quando sei figlia non lo capisci e non lo sopporti.
Vieni avvolta da un mantello di cura e di attenzione, di affetto e protezione, talvolta asfittico.
L’amore di una mamma è un luogo dell’anima.
È la terra dell’accudimento e delle apprensioni, del concreto e del simbolico. Dell’empatia e del gioco.
È la terra da cui parti per esplorare il mondo, dove rincasi quando hai bisogno di riposare e riflettere.
Poi, un giorno, da figlia diventi mamma.
E tutto cambia.
Quando diventi mamma smetti di respirare per ascoltare il suo di respiro.
Diventi esattamente come la tua di mamma: ansiosa, apprensiva, iper protettiva.
Talvolta burbera, controllante e anche permalosa.
Una giostra emotiva che non pensavi potesse esistere e abitare in te.
La vegli, la sorvegli, più o meno a distanza di sicurezza, la curi e l’accudisci.
Non hai occhi che per lei (o per lui).
Fatichi, e anche tanto, per trovare il tuo modo unico di essere mamma.
Così, quando non sei stata una figlia felice, farai di tutto per non essere come la mamma che hai avuto.
Inventi, sbagli e ti correggi, deragli e ti rimetti in carreggiata.
Sai come non vuoi essere, ma non sai ancora come poter essere.
Sei mamma e figlia allo stesso tempo.
Questa altalena tra passato e presente ti scalderà il cuore e ti camminerà a fianco a lungo.
Poi, un giorno, rimani soltanto figlia, ed è terribile.
Pensi che non possa accadere mai, e intanto accade.
Ti senti smarrita, senza un punto di riferimento: non uno qualunque, ma lei, ma vai avanti ugualmente.
Fare la mamma è un mestiere di grande fascino e di grande fatica, rappresenta la vera complessità di un rapporto imperfetto che trova il suo punto di equilibrio soltanto nel tempo e col tempo.
Talvolta dopo la vita.
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