FolleMente: la folla nella mente, la follia della mente, la forza della mente. Ho interpretato il titolo di questo film visionario e realistico in vario modo, ma credo che ognuno di noi potrà identificarsi in uno dei tanti alter-ego dei protagonisti del film o in tutti loro.
FolleMente è la storia di un primo appuntamento. Si svolge tutto in una stanza, narra di due vite e mentre lo fa ci fa viaggiare tra le epoche e le vite altrui.

La trama
Piero e Lara, dopo essersi conosciuti e piaciuti in un bar, si concedono il loro primo appuntamento: a casa di lei. La casa, non il ristorante, apre la strada a fantasie intime, forse troppo precocemente intime rispetto alla non conoscenza.
Lara ama la casa, si sente al sicuro e Piero, per non trovarsi in imbarazzo, oltre alle margherite e ai dolci, compra dei preservativi da portare con sé. Entrambi hanno voglia di amare ancora, ma ne hanno una gran paura, così annaspano tra il politicamente corretto e qualche timido slancio.
Lei è reduce da una relazione con un uomo sposato che non ha mai lasciato la moglie per lei, lui è separato con una bambina.
Cenano, ridono, si muovono tra lapsus e pensieri attorcigliati come un gomitolo di lana infeltrita, si baciano, fanno l’amore, lui va via ma poi torna, fanno una spaghettata notturna, e il film si conclude così.
Tutto in una stanza, ma in realtà di stanze, del cuore e mentali, ne abbiamo vistate tantissime: le loro e le nostre.
Ho avuto la sensazione di assistere a una delle mie sedute di terapia coppia, ma questa volta da spettatrice, non da partecipante, e mi sono veramente divertita tanto.
Paolo Genovese ci ha fatto vedere e sentire sotto una lente d’ingrandimento i sentieri impervi dei pensieri che diventavano azioni e poi emozioni. Lo ha fatto dando voce e corpo alle varie personalità: maschili e femminili con un cast di attori veramente strepitosi.
Gli alter ego facevano muovere, come dei burattinai, in un senso o in un altro, tra strategie da primo appuntamento, censure e slanci passionali la coppia, mentre si confrontavano, litigavano, scontravano, ridevano.
È un film che tocca le corde più intime dell’animo umano, un viaggio attraverso l’amore, il suo passo zoppo e le sue paure.
Il regista, magistralmente, ci prende per mano e ci accompagna tra le ansie e le necessità dei protagonisti, e di ognuno di noi, di essere accettati per ciò che sono, siamo, senza maschere e strategie.
Un film che scena dopo scena diventa riflessione acuta e introspettiva, mai banale o noiosa, sull’amore romantico, sulla sessualità, sulle mille trame di una relazione.
Ogni scena è una seduta di terapia di coppia che ci ricorda che la perfezione non esiste, ma grazie alle nostre imperfezioni possiamo trovare il coraggio di essere felici.
Sono uscita dal cinema arricchita, con il cuore pesante e anche leggero.
Lo consiglio caldamente!

P.S: La colonna sonora di Levante, cantautrice della mia terra, è un abbraccio. E anche la musica ci incanta e inchioda alle ombre del nostro inconscio.

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