I sorrisi delle persone tristi

La tristezza è la sorella minore della depressione. Ha la pessima abitudine di adombrare tanti visi e di tarpare le ali a tanti possibili sorrisi. Di quelli che arricciano il viso in una smorfia e mentre lo fanno regalano benessere e buonumore.
La tristezza è un autunno prolungato che non vuole diventare inverno ma che non transita nemmeno a una nuova primavera. È quel maglione infeltrito ma scomodo e stretto che si indossa per sentirsi al sicuro.
La tristezza è muta perché non ha il dono della parola ma si esprime nel silenzio (e nei sintomi).
Le sue origini sono lontane dal presente in cui dimora ma ancorate all’ambiente e alle persone che con lei condividono le giornate, gli attimi, i respiri. Si nutre di incomprensioni e di abbandoni, di parole vuote e di tanta solitudine.
Il rapporto con la tristezza è controverso, nient’affatto dalla facile lettura.
C’è chi la sposa e le giura fedeltà a vita, e se un partner, un bivio-opportunità della vita si fa tentazione, lui o lei gli volta le spalle per non farsi irretire.
C’è chi la combatte senza esclusione di colpi, ma senza una guida del cuore i colpi vanno a vuoto e la tristezza rimane. Perché in fondo anche lei ha un ruolo e una missione nella vita.
C’è chi la subisce passivamente perché non crede che si possa vivere senza, perché nel tempo è diventata una seconda pelle.
C’è chi tenta di fare qualche piccolo passo in direzione felicità, ma retrocede subito perché rappresenta una terra inedita e faticosa da esplorare, così torna in fretta al suo posto fatto di nebbia del cuore e di immobilismo. C’è chi la utilizza per creare, suonare, scrivere, inventare: vivere qua sentendosi altrove.
Oltrepassare la barriera difensiva delle persone tristi, a prescindere dalla causa della tristezza, non è facile ma è decisamente un privilegio.
Anche le persone tristi sorridono, lo fanno con gli occhi e con il cuore. E quando questo avviene è una magia.
Il sorriso di una persona triste è un’alba, una promessa; la speranza che dice che tutto può ancora succedere e cambiare.
Come diceva il Piccolo Principe, quando si è molto tristi si amano i tramonti; quando tutto si conclude, e niente può cambiare direzione, aggiungo io. Quando si inizia ad assaporare l’alba significa che qualcosa sta cambiando, e la tristezza lascia il posto alla speranza.

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