Ci sono amori spezzati, interrotti a metà strada del loro cammino. Indelebili. Solitamente sono gli amori tossici. Quegli amori distorti che
restano nel cuore e che camminano sotto pelle. Quegli amori che dimorano nelle viscere, che confortano e confondono, a lungo.
Non sono amori razionali, di razionale hanno soltanto la loro fine fortemente voluta, agita come cerotto per il cuore, un salva-vita. Eppure stanno lì, come brace sotto la cenere, a fior di pelle.
La vita va avanti, confonde e distoglie, ma loro non vanno via. Non si spostano. Come una nuvola nera seguono fedelmente chi li ha malauguratamente vissuti.
Chi li ha provati conosce bene il tortuoso cammino del dopo, le fatiche per rimettere insieme i pezzi, eppure, ogni tanto, vanno a trovarli con il ricordo per sentire ancora una volta quel calore che un tempo abbracciava e stritolava il cuore.
Le emozioni che quell’amore distorto fa provare diventano una droga, una sorta di dose quotidiana di vita. Anzi, in realtà, anestetizzano rispetto alla vita. Imprigionano, tarpano le ali, levano il fiato, isolano, ma nel farlo sembra che invece regalino luce e meraviglia.
Un miscuglio indifferenziato di strazio e felicità, di presenza e nostalgia.
Le emozioni, pian piano, diventano ossessione che diventa dipendenza. In realtà, è la dipendenza che diventa ossessione e poi emozione. Il percorso è esattamente il contrario, ma il risultato non cambia e chi ne soffre non lo sa finché non va in terapia.
Eppure gli amori malsani, distorti, che fanno male e che aiutano a crescere, sono quegli amori che se non uccidono trasformano. Tirano fuori una versione inedita di chi li vive.
Scavano nelle viscere, vanno in profondità, conducono altrove, scompaginano, spettinano, dispensano sofferenza e sospiri, amore e lacrime.
Quando tornano, perché gli ex tornano sempre, il rischio per chi li ha vissuti è quello di aprirgli ancora una volta la porta di casa e del cuore per il bisogno di fare pace con quella parte nuova di sé di cui sentono la mancanza.
Gli amori distorti, malsani, tossici non migliorano con il passare del tempo, con le assenze, con i rinforzi intermittenti, con le strategie o manipolazioni. Avere cura e rispetto del dolore provato protegge le parti psichiche nuove e regala loro una luce nuova.
Quindi, attenzione alle ricadute: fanno più male dell’esordio di malattia.

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