Sono la moglie di un feticista

Ho immaginato di prestare la mia penna ad Alice, nome di fantasia, moglie di un feticista.

Sono la moglie di un feticista. Ma ne ero allo scuro. Mi aveva circuita, sedotta con le sue belle parole. Ero capitolata senza riserve in barba a tutti i miei meccanismi di difesa e paure. Sino a quel momento, avevo scelto di rimanere da sola. Di non amare mai più. Venivo da un lutto e da un abbandono, il mio cuore non avrebbe avuto piu nessuno spazio per la sofferenza.
Lui, il mio lui, era dolce, affabile, premuroso. Nel giro di qualche mese era diventato indispensabile, essenziale per la mia esistenza.
Mi aveva fatto tornare la voglia di vivere, di respirare a pieni polmoni, di sorridere, di lui. Avevo voglia di futuro, ancora una volta.
C’era un però nella nostra relazione che avevo sottostimato: la sessualità.
Non c’era mai abbastanza tempo, il luogo adatto. Mancava quel desiderio straripante dei primi tempi, c’erano però le parole e i gesti. Tanti gesti.
La sessualità era stentata, un po’ noiosa, mi dicevo e mi diceva che un giorno, da sposati, con la nostra casa sarebbe cambiato tutto.
E in realtà è cambiato tutto. Ma proprio tutto.
Pian piano mi sono accorta delle sue inclinazioni, chiamiamole necessità: i miei piedi. Era ossessionato. Guardava solo quelli. Toccava solo quelli. Odorava e baciava solo quelli. Esigeva scarpe sensuali ma scomode. Con tacchi vertiginosi e punte che non mi appartenevano. Catene e cinturini.
Il suo desiderio sessuale si accendeva con un tacco non con me. Con una scarpa non con me. Con i miei piedi anche senza di me.
Ero diventata un’appendice, un orpello. Senza le mie scarpe e i miei piedi il mio potere erotico e come donna era pari a zero.
Mio marito brucia di desiderio per una parte di me non per me. Poi un bel girono si è confessato, mi ha raccontato tutto. Ho pianto. Mi sono sentita sollevata. Spaventata. Infastidita. Mortificata.
Abbiamo tentato di tutto, ma il triangolo amoroso fatto da lui, i miei piedi e io iniziava a starmi stretto.
Non so cosa farò, non vorrei rinunciare a lui, ma nemmeno a me. Non ho più spazio per la sofferenza.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Comprendo il tuo disagio. Nella coppia si parte dal rispetto reciproco. Senza rispetto non c’è coppia. Il desiderio sessuale non può essere tutto, ma solo una parte della vita di coppia. La tua vita partiene solo a te e perciò devi prendere una decisione. Anche se può far male. Ma il tempo guarisce tutti mali.

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