Buio o luce. Vestiti o svestiti. Seduzione o trasgressione.Passione o ponderazione. La vita sessuale si nutre di pelle e di sensi, di immaginario e di corpo, di trasgressione e di coppia. Si snoda su un continuum che è frutto delle esperienze del singolo e dell’alchimia dell’incontro. La vita sessuale, soprattutto oggi, viene disgiunta dalla sfera emozionale e affettiva, con l’obiettivo di potenziarne gli effetti trasgressivi, mentre, in realtà, si depotenzia di valore.
I dubbi che aleggiano sulla sessualità fanno ravvisare la necessità di avere una sorta di bugiardo: un manuale d’istruzione per fare bella figura, sedurre, dare e avere più piacere sessuale. I più giovani si rivolgono agli specialisti per chiedere consigli su come sedurre, amare, su come appagare il partner o essere intimi senza smarrire il proprio confine, la propria pelle.
Chiedono linee guida per tentare di lenire ansie e paure, seppur nella precaria ma costante ricerca di una formula in grado di trasmutare il desiderio in emozioni.
Una delle domande più frequenti che ricevo è quella inerente il “giusto modo per fare l’amore”.
Le domande sono tante: se lasciare la luce accesa o spenta, se azzardare posizioni fantasiose o rimanere dentro la dimensione ortodossa, se potenziare l’aspetto ludico e trasgressivo, o essere ponderati e pacati.
Cosa cela in realtà la domanda: “luce accesa o luce spenta durante l’intimità?”
Le ragazze alle prime esperienze, nella loro improntitudine giovanile vivono la sfera della sessualità con intenso pudore, vergogna e imbarazzo.
Preferiscono il buio alla luce nei momenti più profondi, a favore di una intimità più psichica e mentale che visiva, consapevoli comunque di vivere nell’illusione di neutralizzare l’incertezza della propria immagine corporea.
Donne giovani e meno giovani che non hanno un ottimo rapporto con il proprio corpo, con la propria fisicità, tendono a osservare l’intimità con occhi giudicanti, punitivi e censori. Si percepiscono in sovrappeso, con smagliature e cicatrici.
Il corpo, da contenitore di piacere dei sensi, diventa sede di imbarazzo.
La sessualità transita da una dimensione di spensieratezza, empatia e allegria, a una disfunzionale relazione tra corpo, psiche e immaginario.
Molti pazienti si auto-osservano; abitudine, meglio conosciuta in sessuologia con il termine di “spectatoring”. Lo sguardo intrusivo e giudicante danneggia il fluire e fruire del desiderio sessuale e dell’eccitazione.
Lo spectatoring è una delle caratteristiche ridondanti dell’ansia da prestazione maschile e dell’anorgasmia femminile: più il protagonista dell’atto amoroso tende ad auto-osservarsi e a monitorare la sua sessualità, più questa diventa disfunzionale. La luce accesa, frequente richiesta del partner maschile, sottolinea l’importanza della “vista” durante l’intimità.
La graduatoria sensoriale
Ognuno di noi conosce il mondo con una sorta di graduatoria sensoriale privata e unica, che dipende della esperienze vissute. Chi predilige guardare, i visivi.
Chi annusare il partner amato, gli olfattivi. Chi ancora – soprattutto le donne – predilige ascoltare, sentire le parole audaci o dolci del partner amato e desiderato. La vista, così come gli altri quattro sensi, hanno tutti pari importanza, ma la loro graduatoria sensoriale dipende dalla storia di vita, sessuale, emozionale del singolo e della coppia.
Le donne sotto le lenzuola adoperano più frequentemente l’udito e l’olfatto, annoverati tra i sensi più primitivi, mentre gli uomini in percentuale maggiore la vista e il tatto.
Inibizione e censura a parte, la luce spenta sotto le lenzuola può diventare un potente amplificatore di sensazioni ed emozioni.
Dall’apnea sensoriale ai cinque sensi
Arginare o inibire per un po’ uno dei sensi, come la vista, equivale a potenziare gli altri, come il tatto, l’udito, il gusto, l’olfatto, e ovviamente l’immaginario.
Il bambino nasce, cresce e conosce il mondo e i suoi abitanti attraverso la meraviglia dei sensi: guarda, ascolta, percepisce gli odori, il gusto della vita; sensi che lo orienteranno in seguito, durante la scoperta della vita e delle relazioni. Da adulti, poi, i sensi e il loro indispensabile utilizzo vengono dimenticati e molti giovani di oggi si trovano a vivere l’intimità quasi in una sorta di “apnea sensoriale”, senza sentirne l’odore prima e il sapore dopo.
Non credo esistano istruzioni per l’uso o bugiardini per la sfera della sessualità, ma un buon livello di conoscenza di sé stessi e del partner, al fine di vivere una vita emozionale e sessuale ludica e appagante, che rappresenti un reale scambio emotivo per la coppia e non un compito in classe.
Dottoressa Valeria Randone