Il congedo amoroso ai tempi di internet: il bon ton dell’abbandono

Il concedo amoroso ai tempi di internet

Le scuse sono tante e fantasiose, ma la fine di un amore obbliga al garbo, al rispetto e al graduale accompagnamento alla morte del sentimento.

  • “Mi ha lasciata con un sms”.
  • “Liquidato con una chat di whatsapp”
  • “Cancellata da Facebook”
  • “E ancora, inserito nella black list…”

Frasi più o meno come queste sanciscono la fine di un amore. Lui o lei sparisce, esce di scena, senza una spiegazione più o meno plausibile o una bugia bianca, lasciano il partner abbandonato e confuso.
Trattasi di addii lapidari, perentori e per di più senza preavviso.
La fine di un amore ai tempi di internet cambia veste e dirsi addio diventa di cattivo gusto.

  • Esiste una modalità, non obbligatoriamente indolore, ma di buon gusto per dirsi addio?
  • Una sorta di “bon ton dell’abbandono”?

Credo di si.
Acredine e astio a parte, dirsi addio dovrebbe essere sempre un processo lento e adeguatamente elaborato, nel rispetto dei tempi di sé stessi e dell’altro.
Chi soffre per amore, credo sia successo a tutti noi, ha necessità di capire. le teorie sul dopo amore sono tante. C’è chi sostiene che è meglio lasciare che essere lasciati. Far soffrire piuttosto che soffrire.
Chi diventa fautore della morte lenta, chi di una fuga improvvisa. La prima ipotesi rappresenta la concretizzazione di una sorta di profilassi dell’abbandono, la seconda caldeggia la possibilità di reggere fino alla fine della fine dell’amore.

Perché finisce un amore

Quando un amore giunge al capolinea, quando transita in quella zona prima grigia, poi buia e nera, i partner iniziano a farsi gli sgambetti, mettono in scena i più bizzarri dispetti e ripicche, cosi, dirsi addio diventa una vera liberazione. Esattamente come il togliersi una spina dal fianco, irritativa e dolente. Quando poi il sentimento è sulla via d’estinzione – raramente accade prima – i partner iniziano a interrogarsi sui perché.
Indossano lenti scure, adottano un atteggiamento di miopia mentale che li spinge a cercare altrove il colpevole dell’abbandono e del sabotaggio al legame amoroso.
Nel doloroso percorso di una separazione, gli attori protagonisti giungono a “soggettive e univoche verità”, non in sintonia con il sentire comune.
I partner hanno entrambi ragione ed è veramente improbabile trovare una causa univoca della fine del legame, così come non si può distinguere nettamente tra chi lascia e chi viene lasciato, chi va via con un altro uomo o donna o chi va via dal legame, trascurandolo.

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I segni prodromici dell’imminente abbandono

Prima della perentoria cancellazione da Facebook, molti segnali, spesso non verbali, caratterizzano la vita della coppia infelice. Il dialogo diventa silenzio: un silenzio spesso rumoroso e assordante; la vita sessuale diventa carente per qualità e quantità dei rapporti sessuali.
La rabbia cammina accanto ad entrambi i coniugi e l’evitamento dello spazio condiviso diventa una strategia difensiva anti-ansia e anti-arrabbiature.

Quando finisce un amore finisce

Uno tzunami del cuore si abbatte sui coniugi. anche su chi lascia. Cambiano le abitudini, le emozioni si sbiadiscono, il vuoto non diventa pieno, e la rabbia pian piano lascia il posto all’elaborazione del dolore.
La fine di un amore porta con sé una vera e propria destrutturazione, il crollo di un assetto psicologico che avevamo lentamente costruito”, scriveva A. Carotenuto.

Cosa intendiamo per fine di un amore

È la conseguenza di uno o più eventi concreti e simbolici, fortemente destabilizzanti, come un piatto che esplode in mille parti e che non tornerà mai come prima, oppure è il frutto di un logorio lento e inarrestabile di giornate vissute all’insegna della noia, del non amore e del silenzio. Una lenta e corrosiva sincronia triste, dove nessuno dei due partner ha consapevolezza di stare male e non trova il coraggio e le forze per una possibile separazione.
I segnali di burrasca sentimentale di solito precedono l’annuncio da parte di uno dei due il desiderio di andare via.
Prima di questo momento, uno dei partner ha mantenuto in vita una vera e propria illusione d’amore, negando a sé stesso e all’altro la realtà.
L’illusione d’amore non consente un corretto esame di realtà ed è spesso proprio questa “magia da negazione della realtà” che mantiene in vita il legame.

Non esiste un galateo per gestire al meglio il capitolo “fine” e la famigerata fase dell’elaborazione del lutto, in caso di abbandoni perentori, sarà caratterizzata da pianti, cattiverie, acredine e chiodi scaccia chiodi.
Civiltà e buon gusto non si sposano quasi mai con la fine di un amore, come se la fine obbligasse alla negazione di quanto è accaduto e alla rimozione del dolore e della sofferenza provata, passando da gesti chirurgici.
L’amore ai tempi di Facebook non gode di buona salute e la dolorosa fine di una relazione diventa una fine immediata, spesso “agita” mediante la cancellazione dell’altro con un risolutivo click, o mediante la cancellazione della foto dal profilo della chat intima e segreta.
In seguito il partner abbandonato scopre che l’ex è nuovamente diventato single su Facebook e posta nuovamente foto e frasi seduttive e ammiccanti per rimettersi sul mercato del corteggiamento.
Lo status di Whatsapp diventa improvvisamente “disponibile” e la foto del profilo dal professionale passa al ludico e ricreativo.

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Lapide virtuale

La bacheca di fb, luogo dove postare emozioni, intimità ed eros, diventa una sorta di “lapide virtuale” dove seppellire la fine di quell’amore.
Nella società liquida tutto è consentito, le regole del bon ton amoroso finiscono nel dimenticatoio e gli agiti aggressivi si sostituiscono alle parole.
Le parole che non vengono dette, né pensate né elaborate, diventano lame taglienti che trafiggono e feriscono anche le personalità più coriacee e apparentemente impenetrabili.
Vittima e carnefice – chi lascia e chi viene lasciato – come sappiamo, si intersecano ed alternano e non è possibile individuare il vero colpevole della fine del legame. Un legame d’amore è complesso e sfaccettato ed è molto, ma molto di più, della semplice somma dei due protagonisti e dei loro comportamenti visibili.
È l’incontro di due passati e di due inconsci, di due aspettative di vita futura, unitamente all’alchemico intreccio di due universi fantasmatici dove principio di realtà e immaginario, si rinforzano, si fondono e confondono a vicenda.

Rendere pubblico il dolore diventa una strategia malsana per esorcizzare la paura del dolore stesso, rappresenta una sorta di immediatezza della fine e una strategica modalità d’azione che obbliga a non tornare indietro sulla scelta effettuata.
L’etere con la sua immortalità si sostituisce alla volontà dei partner: una volta che l’addio viene postato online (la lapide virtuale) non può più essere riconvertito in legame d’amore.
In realtà psiche ed etere, in questi casi, sono l’uno il contraltare dell’altro.
Lasciare qualcuno significa averlo già lasciato andare via dentro, la manifestazione e la comunicazione dell’addio è ben altra cosa.Può esserci, come può non esserci.
L’Amore sui social è un amore pubblico, postato, amplificato ed edulcorato.

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La fine di un Amore deve seguire obbligatoriamente la complessità della psiche e della relazione in cui ha avuto dimora fino a quel momento.

Perché gli addii online non funzionano

Un compito incompleto, così come un amore spezzato – senza la sua fisiologica agonia – crea una tensione psichica che agisce come spinta a completare o a riprendere quel compito interrotto, e impedisce che la mente e il cuore siano liberi per concentrarsi altrove.

L’effetto Zeigarnick

Trattasi dell’effetto Zeigarnick , studiato dalla psichiatra e psicologa russa, che sottolinea come sia difficile dimenticare e superare i compiti interrotti.
Il trattenimento in memoria del compito incompleto diventa fautore di una sorta di bisogno impellente di riprendere da dove si era stati interrotti.

Un amore infelice e bruscamente interrotto lascia dentro chi lo vive la certezza di tutto quello che sarebbe potuto essere e non è stato, sia che si resti nella relazione che ci si separi.
Un amore amputato, interrotto prematuramentee contro la volontà di uno dei due parter, ammanetta a un ricordo costante e mantiene in vita una ferita che non riesce a rimarginarsi facilmente.

Bibliografia

  • “Illusioni d’amore” Jole Baldaro Verde Raffaello cortina editore 2012
  • Alberoni “Innamoramento ed amore” Garzanti Milano 1979
  • Jole Baldaro Verde “Donne, maschere ed ombre”Raffaello Cortina 1987
  • Jole Baldaro Verde “Identità sessuali, tra mito e scienza” Franco Angelo Milano
  • Psini “Contraccezione e desiderio di maternità” Feltrinelli 1975
  • Kaplan “Dare un senso al sesso” Feltrinelli 1982
  • Klein “Amore, odio e riparazione” Astrolabio 1969
  • Kaplan “I disturbi del desiderio sessuale “ Mondadori 1982
  • Andolfi M., (2001) La crisi della coppia, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Scabini E., Cigoli V., 2000 Il famigliare: legami simboli e transizioni, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Valeria Randone “Sex and the sicily” 2012 Novacento Editore

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1 Commento. Nuovo commento

  • “ Amami o odiami, entrambi sono a mio favore, se mi ami sarò sempre nel tuo cuore .
    Se mi odi , sarò sempre nella tua mente”…
    William Shakespeare …
    La mente invasa da emozioni, supera tutti i social..

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