Il lavoro dell’influencer. Baby Raviolo e la sua mamma Chiara Ferragni

Il lavoro dell'influencer

L’ecografia del nascituro, fino a non troppo tempo addietro, veniva vista dai futuri genitori e dal ginecologo, semplicemente. Oggi, invece, viene postata e condivisa. Il piccolo non è ancora nato ed è già online.
Prima di respirare la nostra aria farà parte dei nostri social.
Chiara Ferragni, nota influencer e tanto invidiata fidanzata di Fedez, rende partecipi i suoi follower della crescita intrauterina del suo piccolo, simpaticamente chiamato Baby Raviolo, che a lui piaccia – o meglio piacerà – o meno.

Il lavoro dell’influencer

Un tempo, non molto lontano c’era la fatica. L’impegno. C’erano i libri e non c’era il web. C’era la scrittura, e non c’erano le abbreviazioni da scrittura veloce e infelice, le emoticon al posto delle parole, e non c’erano nemmeno i messaggi vocali.
C’era una volta la laurea, il tirocinio, la gavetta e l’identità professionale.
C’erano gli antichi mestieri, gli artigiani con il loro impegno, la loro creatività e la loro manualità.
C’erano i genitori che educavano e che punivano, e c’era anche la scuola che conteneva ed educava.
Oggi c’è il web con le sue magie, alchimie e il suo canto delle sirene.
Ci sono anche gli opinionisti, gli influencer, e gli apprendisti stregoni.
Oggi basta avere milioni di follower per diventare una star del web: un influencer.

Cosa fa un influencer? Praticamente nulla! Anzi, influenza

Il mago, o la maga, del web, nonostante i suoi pochi contenuti, muove le masse.
Un influencer, praticamente ogni giorno, anzi ogni istante della sua vita, posta di tutto e di più.
In preda a uno stato di cronico esibizionismo, utilizza il web come se fosse un palcoscenico dove esibirsi.
Dice la sua, sempre, e viene seguito, condiviso, osannato da milioni e milioni di anime smarrite o sole, di follower.
L’influencer non parla di cultura o di problemi sociali, non posta temi scottanti o noiosi, ma posta contenuti di moda, musica e, soprattutto, i fatti suoi privati: dal cibo che mangia fino al pigiama che indossa prima di andare a dormire.
Chiara Ferragni, per esempio, bella, amata e tanto seguita, posta gli abiti che indossa quotidianamente, il cibo che mangia, lo shopping che fa, e per finire, il suo fidanzato che la corteggia e che la ricopre di doni, facendo sognare tante ragazzine.

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Adolescenza, influencer, e modelli identificativi

L’adolescenza è una stagione della vita complessa e tempestosa.
I ragazzi, come barche alla deriva in preda ai flutti ormonali ed esistenziali, cercano modelli nei quali identificarsi, come boe in mezzo al mare della confusione.
Grazie al web tutto è attuabile, apparentemente semplice, immediato e liquido.
I modelli proposti dal web, anche lavorativi, sdoganano un concetto di facile realizzazione, immune soprattutto da fatiche, da costanza, e da impegno.
L’apparire prevale sull’essere, l’immediatezza del successo mediatico sull’impegno e sullo studio.
Il corpo femminile sembra essere una moneta di scambio, facilmente erotizzato e mostrato: la strada maestra per il successo.
Nessuna influencer, però, è brutta o bruttina, con qualche imperfezione o anziana, o addirittura disabile.
L’influencer deve avere degli occhi blu o liquorosi, uno sguardo languido e peccaminoso, qualche smorfia più o meno sedittiva e, ovviamente, non avere nessun pudore del suo privato e dei suoi sentimenti.

Rischi di emulazione e di omologazione

L’età pre-adolescenziale e adolescenziale è l’età dell’omologazione e dell’appartenenza al gruppo: reale e virtuale.
Rischi di facile omologazione e rischi di disillusione postuma.

Guarda questo video sull’argomento nel mio canale youtube

Un altro fattore di grande rilevanza clinica è il rischio di possibile depressione da mancanza di like, o di consensi mediatici.
L’omologazione è la strategia che i ragazzi attuano per crescere, per appartenere al gruppo, non portare sulle loro spalle il peso della diversità, per transitare alla vita adulta.
L’adolescente naviga a vista, si trova in un territorio di passaggio, davvero faticoso, a metà strada tra l’infanzia e la dimensione adulta; solitamente fa avanti e indietro, esattamente come il gambero.
Cerca dei modelli. Osserva. Scruta, si guarda intorno.
Copia – dall’abbigliamento al lessico, al comportamento – emula, sperimenta per prove ed errori come diventare grande.
In questo mare così agitato, nient’affatto immune da rischi, l’adolescente è facilmente manipolabile, e anche plagiabile.

  • Quindi, che ruolo hanno gli influencer sui nostri ragazzi?
  • Con i loro facili successi? Facili like e consensi?
  • Basteranno milioni di follower per approdare all’Olimpo del successo?
  • Come si fa, quando i riflettori dei social e del web sono puntati sui nostri ragazzi, ad invitarli alla lettura, all’introspezione, al pudore?
  • Come si fa, inoltre, a spiegare a un figlio che studiare e, soprattutto, non omologarsi è veramente la strada verso il successo, quando il successo sembra essere a portata di click?

Per i nostri ragazzi, districarsi in un mondo di bellezza ad oltranza, tra veline e tornisti, tra talent e opinionisti e, ovviamente, influencer, non deve essere propio semplice.

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