Un amore a senso unico, come Federica smette di amare e ricomincia

Amori non corrisposti

Sguardi sognanti e labbra desideranti. Email di conoscenza reciproca arricchite da note sparse di desiderio. Sembrava ci fosse una corrispondenza di amorosi sensi. Le parole e le immagini testimoniavano un amore nascente.
Il cuore che accelera lascia il posto a più d’una emozione. Uno scambio emotivo e cognitivo che lascia presagire l’inizio di un cammino. Un lumicino, una fiamma. Quello che ci voleva dopo tanto buio, dopo tanta paura e Siberia dei sentimenti.
E invece, si trattava di un calesse, di un imbarazzante fraintendimento tra il desiderio dell’uno e l’indifferenza dell’altro.

Le forze oscure del sentimento più intenso e poco chiaro che ci sia, l’amore, muovono le fila di relazioni dolorose: gli amori a senso unico, non corrisposti. Così, può capitare che Cupido scagli la sua freccia alla cieca, facendo innamorare un partner di un altro che invece non desidera essere il destinatario di così tanto desiderio. Tutti, almeno una volta nella vita, durante un momento di fragilità o bisogno del cuore, possono essere esposti a un amore non corrisposto.
Le scelte miopi e asimmetriche possono fare capolino nella vita del malcapitato, uomo o donna che sia, per tanti motivi. Un momento di particolare vulnerabilità. Dopo un abbandono o una separazione. Per una sorta di oscura e misteriosa idealizzazione del partner scelto come oggetto del desiderio (quando si è ammalato di quella malattia invisibile ma visibile chiamata dipendenza affettiva o fame d’amore).
Per colpa di ferite ancora sanguinanti del passato che spingono ad amare chi non ricambia.
Per paura della felicità.

L’inganno del cuore

Le scelte amorose miopi e non corrisposte possono accadere una sola volta nella vita, qualche volta o sempre; mosse da una sorta di accanimento terapeutico disfunzionale che fa sprofondare il protagonista dell’inganno del cuore nel girone dell’imbarazzo e della solitudine ad oltranza.

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Il protagonista dell’inganno del cuore e dei sensi può sentirsi irrimediabilmente attratto soltanto da ciò che è irraggiungibile o proibito, o non matrimoniabile. Quando questo inciampo sentimentale accade tutte le volte c’è, senza ombra di dubbio, lo zampino della coazione a ripetere. Quel potente meccanismo della psiche che ammanetta alla ripetizione del comportamento sbagliato e che conduce alle aride sponde di una raccapricciante solitudine.

Un amore sbagliato

Sono stati versati fiumi di inchiostro e redatti milioni di forum e blog su come sopravvivere alle pene del cuore, su come scegliere amori sani e disfarsi di quelli disfunzionali. Come se amare, essere amati, ricambiati o meno fosse una sorta di esercitazione ginnica.
L’amore è un sentimento semplice e complesso, che cattura e fa scappare via. È l’espressione più intensa e caotica che un essere umano sperimenta nella vita.
“L’amore è quiete accesa”, come lo definiva Giuseppe Ungaretti.

Affinché questo accada e renda la qualità di vita migliore è indispensabile che sia corrisposto. Perché l’amore è un sentimento circolare, altrimenti indossa i panni di un’allucinazione, di un disturbo ossessivo, di un triste soliloquio.
La concretizzazione del rifiuto, o dell’amore mai nato, può generare reazioni diverse, tutte destruenti e dolorose. Una crisi depressiva, una sindrome post-traumatica da stress, deflessione del tono dell’umore, fobia sociale, paura di amare ancora, il bisogno compulsivo del famigerato chiodo scaccia chiodo, la negazione della realtà e l’accanimento amoroso.
La comprensione delle pieghe della psiche, dei meccanismi inconsci che spingono ad amare chi non ricambia diventa la strada maestra per amare davvero.

Perché amore non è soltanto amare: il primo accade, il secondo si fa (ed è proprio questo il titolo della mia rubrica sull’amore su La Stanpa: “Amore non è solo amare”).

Spezzone di una consulenza

La storia di Federica, straziata per amore, adesso in cammino

Federica (nome di fantasia) mi consulta dopo aver toccato con mano la più cupa depressione e lutto del cuore. Il marito, uomo che amava profondamente, dopo la nascita della loro figlia, l’ha prima tradita ripetutamente e poi lasciata.
Adducendo tutte le colpe a lei. Le ha detto che era diventata sciatta, grassa, trascurata, insignificante, poco appetibile sessualmente. E lei, in fondo, ci aveva creduto, appiccicandosi addosso queste parole aspre e dure. Inizia a ingrassare davvero, a non curarsi più, a mangiare di notte e sempre: per fame, per noia, per placare l’ansia, per riuscire a dormire.
Pensava di non sopravvivere a così tante umiliazioni e a così tanto dolore, ma per amore o presunto amore andava avanti. Non contemplava un aiuto specialistico o una psicoterapia, era una donna ferita e non voleva affidare il suo cuore a nessun altro, nemmeno ai più bravi dei professionisti.
Federica, per amore della bambina, aveva tentato di rimettere insieme i cocci del suo cuore frantumato e, con dignità e femminilità, aveva tentato di pensare a sé stessa.
Si era indurita, imbruttita, abbrutita. Quando giunge in studio mi porta un cuore frantumato, maldestramente riparato, pietrificato.
Impermeabile a nuove emozioni, a nuove relazioni, a nuovi, possibili, sentimenti.
Quando inizia a raccontarsi era chiaro che la sua ferita era ancora lì, immobile, trasformata in un muro in cemento armato.
Aveva fatto un patto con sé stessa: niente più amore.
La prima consulenza segue la seconda che da inizio a una danza di incontri e di emozioni. Federica torna a lavoro, dal quale si era messa in pausa difensiva (era troppo depressa e temeva che avrebbe potuto essere licenziata).
Si reca dal dietologo, si riappropria del suo armadio e dei suoi vestiti.
Affitta una piccola casa che arreda con gusto, cercando di non cedere alla tentazione di tornare a fare la figlia ed andare a vivere con i genitori.
Si iscrive in palestra. Riparte! Ferita, dolorante, ma in cammino.
Seduta dopo seduta intercetto nel suo sguardo una luce nuoca, diventa fiera, coraggiosa, timidamente felice. Appare l’amore, come logica conseguenza di un ritrovato benessere.
Il collega di scrivania, un uomo gentile e austero, inizia ad essere gentile con lei.
Al mattino condividono il caffè e le email del capo ufficio. A fine giornata, talvolta, fanno strada insieme. Si sente accudita, avvolta, dentro la vita di un’altra persona. Federica non vede l’ora di venire in studio e di raccontarmi i fatti, talvolta scorporati dalle emozioni. Per scaramanzia, per paura, per prudenza e pudore.
Finalmente non si sente più invisibile.
Il suo cuore aveva ripreso a battere, e il mio con il suo. Non pensava che potesse succedere ancora, non in così poco tempo. Le giornate si alternano alle domeniche, i mesi lavorativi alle ferie; questo nuovo lui finalmente prende l’iniziativa. Le sue labbra proferiscono un invito, una chiara o più chiara gentilezza. Iniziano a briciare di desiderio e di speranza.
Davanti alla possibilità di amare ancora, Federica tentenna. Il suo dolore pregresso si acuisce e cerca di sabotarla. Si fa paura. Panico. Desiderio di fuga.
Doveva fare i conti con il rifiuto, con l’abbandono. Era stata scartata e aveva paura di provare ancora dolore.
Le nostre sedute proseguono, e Federica ha ripreso a non avere più paura.
Lieta e onorata di aver fatto parte del suo cammino.
Dott.Randone

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8 Commenti. Nuovo commento

  • È una storia bellissima che dà speranza a chi, come me, dopo una grande ferita del cuore, fatica a credere che possa esserci ancora la possibilità di amare e di essere riamata, senza essere prese in giro.. Grazie per questa testimonianza.
    Silvia.

    Rispondi
    • Valeria Randone
      17 Gennaio 2021 06:58

      Buongiorno Silvia,
      grazie a Lei e auguri di vero cuore per la sua terra del dopo.
      Che sia luminosa, assolata, piena di emozioni e futuro.
      Un caro saluto

      Rispondi
  • Grande Federica. Complimenti Dottoressa Randone!

    Rispondi
  • Forse Federica non aveva mai amato il marito, amava la sua femminilità, il suo desiderio di sentirsi Femmina e Donna, e stava col marito aspettando il momento ed essere considerata tale. Come chi gioca continuamente con le macchine mangiasoldi sperando di sbancare il lunario e non si rendono conto, e soprattutto non vogliono credere che le macchine vengano coniate e costruite per rubare e svuotare ricchezze. Così ci si indebita per giocare ancora.
    Doniamo emozioni, sentimenti e forse amore alle persone sbagliate, e ci indebitiamo chiedendo prestiti emotivi, spesso, pure al nostro lavoro e ad un contorno selezionato….fino a quando abbiamo perso tutto e non abbiamo più soldi.
    Il dilemma è che ci sono gli Impiegati Statali in amore e i Privati. I Privati, devono cambiare un lavoro che hanno svolto dalla nascita, e ne iniziano un altro o altri senza passione.
    Però sono molto felice per Federica.
    Complimenti Dottoressa

    Rispondi
  • Rivedo me in questa storia. Avevo conosciuto una donna ad un corso di lingue, mi era da subito piaciuta, però parlando un po’ con lei ho scoperto che era sposata, quindi ho lasciato perdere. Però ogni volta che ci vedevamo al corso il mio cuore batteva a mille, una volta le chiesi se avesse avuto voglia di andare a bere qualcosa insieme, mi rispose che forse è meglio di no, potrebbe essere pericoloso. All’inizio non capivo cosa intendesse per quel “pericoloso”. Solo dopo un po’ di tempo parlando con lei ho capito che lei era infelice del suo matrimonio. Così dopo un po’ di tempo ha accettato il mio invito, eravamo in un locale, così vicino a lei, non sapevo cosa fare, se tentare di baciarla o lasciare che fosse lei a fare il primo passo. Allora metto la mano sopra alla sua, lei non la tira indietro, penso che forse dovrei tentare di baciarla…mi avvicino a lei, le nostre labbra sono molto vicine…ora o mai più…ci siamo baciati ed è stato come un fuoco dentro di me, era da tempo che non provavo qualcosa di così forte. La serata finisce e lei deve tornare a casa, io non faccio che pensare a lei e la voglio con tutto il cuore. Una volta le chiedo di venire a casa mia a bere qualcosa, ma entrambi sapevamo che non volevamo solo bere, volevamo unire i nostri corpi uno contro l’altro. Lei non era molto convinta, io alla fine riesco a convincerla. Quel giorno è stato per me come essere in paradiso, ci siamo baciati, ci siamo amati ed io ero al settimo cielo, non sapevo ancora che quello era un amore a senso unico, io l’amavo ogni giorno sempre di più, facevamo l’amore 2 o 3 volte al giorno, quando ci vedevamo, perché quando lei non era da me spariva, era irraggiungibile ed io mi chiedevo perché questo suo comportamento. Insomma, per farla breve, dopo circa 1 anno, ho scoperto che lei è una narcisista patologica e questo spiegava i suoi comportamenti. Ci siamo lasciati e ripresi alcune volte, alla fine però non era più amore (almeno da parte mia), lei non ho mai capito se mi abbia mai amato. Sto cercando di dimenticarla, ma non è facile quando hai amato così tanto

    Rispondi
  • Cara dott.ssa, del suo articolo mi hanno colpito due affermazioni: negazione della realtà e accanimento amoroso. Come si fa a capire se, dopo essere stati lasciati solo a parole perché di fatto viviamo ancora insieme e abbiamo un’intesa sessuale, la persona che è stata lasciata è per così dire miope, nega la realtà e si accanisce nel continuare a dare amore alla persona che dice si non voler tornare indietro? Grazie per l’ascolto

    Rispondi
    • Valeria Randone
      25 Gennaio 2022 17:50

      Gentile Simona,
      mi piacerebbe molto dirle qualcosa di sensato, ma con così pochi elementi, senza la coppia in studio, senza uno studio della vostra storia, criticità, mancanze, zoppie del cuore e risorse, non riesco a dirle niente di utile.
      Se ha necessità di effettuare una consulenza con me chiami pure verrà richiamata appena mi sarà possibile, altrimenti valuti di rivolgersi a un professionista di suo gradimento.

      Un caro saluto

      Rispondi

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