L’ultimo rapporto sessuale è avvenuto quasi un anno e mezzo fa. Convivo da circa quindici anni con un uomo che conosco da giovanissima, ho due figli.
Nel corso degli anni ho capito che non poteva funzionare: eravamo troppo diversi, lui era molto aggressivo, soprattutto con le parole. Nonostante una carriera molto in vista, nel silenzio della nostra casa, sono stata succube psicologicamente.
Non ero mai abbastanza, non amavo abbastanza nė lui né i figli, ero troppo assente, concentrata sul lavoro a detta sua “ti odiano tutti, non hai amici etc etc”.
Sono esplosa a marzo scorso.
Ho detto basta emotivamente ma non in pratica. Viviamo ancora insieme. All’inizio ha detto che sarebbe andato via lui, poi ha accampato ogni scusa per non andare via e continua a procrastinare. Da diversi mesi ha una relazione con una sua collega di ufficio. L’ho scoperto, e mi ha solo detto “se non ti sta bene, vattene tu”.
Tutto questo davanti ai bambini che dice di amare. Nei loro confronti mi sento una carnefice.
Cosa devo fare?
Parto dalla fine, cara Signora.
Deve smettere di fare la vittima. Di farsi manipolare, ignorare, maltrattare. Di avere un valore solo se vista o amata, anzi sarebbe meglio dire non amata.
Mi chiedo come e se è stata amata da bambina? quali buchi ha nel cuore e perché? perché si accontenta? quali paure ha? Ma per fare tutto ciò deve curarsi. Nel mio sito trova tantissimo materiale – articoli e due libri – sulle dinamiche di dipendenza psicologica, su amori malsani, affamati e tossici, su coppie collusive formate da un partner narcisita e un partner che soffre di dipendenza affettiva.
Non è mai troppo tardi per iniziare a volersi bene.
Un caro saluto
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