Gli appuntamenti del passato, amplificati dall’attesa dell’incontro, sembrano ormai essere desueti. La pandemia ha spazzato ogni ricordo di quegli appuntamenti al bar, occhi negli occhi, mani nelle mani, in barba a ogni distanza di sicurezza.
Il virtuale è diventato il mezzo – e a quanto pare il fine – indispensabile per fare nuove conoscenze, per vivere nuovi amori e approdare tra le braccia dell’altro.
L’adolescente non trova un’identità, se questa non viene preceduta da un corrispettivo profilo virtuale.
Esiste solo se online. Se posta, se si percepisce dentro quel profilo. Diventa lui stesso il suo stesso profilo. Passano i mesi, gli anni, le storie aumentano a dismisura e così i post, e la sua identità tra filtri e post sembra essere più salda. Il privato diventa pubblico e il pubblico privato, incastonato in un post.
Molti adolescenti, e anche adulti, per accedere più facilmente al corteggiamento utilizzano app e social per incontri amorosi e amicali.
Dall’amica del cuore all’amore facilitato dall’algoritmo, la vita nelle app e per le app si fa caotica.
Le app, in ogni caso, sembrano essere la soluzione per tutto.
Chi le scarica e le utilizza, trova di tutto un po’: dal potenziale amore al gruppo di pari.
Con onestà e coraggio, o falso sé e ansia, inserisce tutto di sé: l’altezza e il peso, il colore della pelle e dei capelli, i gusti sessuali, se ama le vacanze al mare o in montagna, se è onnivoro, vegano o vegetariano, se è disposto a concedersi sessualmente immediatamente, dopo un po’, cosa gli piace fare, e così via.
Del mistero e della gradualità abbiamo smarrito le tracce.
Molte app hanno addirittura un geolocalizzatore, quindi basta davvero poco e il gioco è fatto: un pallino luminoso li avverte in tempo reale se sta per passare nei paraggi un potenziale partner sessuale con cui condividere lenzuola e nulla più.
Qualcosa però non torna!
Spuntate tutte le voci, teoricamente, non dovrebbero esserci più anime sole, ma partner praticamente perfetti e perfettamente compatibili, scelti dall’algoritmo al posto nostro.
In questo mondo virtuale che spesso non diventa reale regna sovrana la mancanza della corpo e dei sensi, e aumenta la solitudine.
Questo nuovo parco giochi degli incontri, sotto l’egemonia dell’autismo tecnologico, ha un effetto collaterale: la mancanza dell’incontro con l’altro.
Condizione di solitudine affettiva insopportabile.

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