“Gli amori sbagliati sono gli amori che non finiscono”, lo diceva Ozpetek, il mio regista del cuore. E lo confermo io quando cerco di riparare i cuori delle mie pazienti che rimangono a indossare i panni di Penelope per un tempo infinito.
Ci sono gli amori giusti che arrivano nel momento sbagliato; e gli amori sbagliati che arrivano nel momento giusto – si fa per dire – di maggiore vulnerabilità. Ecco, questi sono dispensatori di devastazione e di macerie.
Questi amori si incistano nel cuore e nelle viscere e stentano a lasciarli indenni anche dopo la loro morte.
I narcisisti, per esempio, sono alcuni dei protagonisti degli amori sbagliati. Si tratta di quei partner che seducono e incantano, e che devastano e radono al suolo tutto ciò che incontrano. Hanno un modus operandi e vivendi singolare, ma nella loro presunta originalità seguono dei copioni ripetitivi, prevedibili e dannati.
Il narcisita mette in scena vari repertori punitivi; uno dei suoi soliti è la punizione silente: sparisce per interi giorni, alterna presenza con massicce dosi di assenza.
Punisce con il silenzio. È manipolativo, aggressivo, presente, assente.
La sua aggressività è spesso immotivata, esagerata, utilizzata ai fini di soggiogare sempre di più la sua preda. Reagisce con esplosioni di rabbia che fanno paura, anche senza un motivo reale. Spesso il motivo o il pretesto lo cerca (e lo trova) per manipolare e millantare la sua sofferenza del cuore.
Litigare con un partner narcisista è perfettamente inutile!
Non si giunge a nessuna chiarificazione reale, anzi, significa dover dimostrare la propria innocenza, contro ogni prova evidente. Loro esigono infatti, per poi poi confutarlo e rimuginare sulla ricerca di altre prove.
Il narcisita cerca, e spesso ci riesce, di far sentire colpevole l’altro: lo seduce e lo dirotta verso azioni ed emozioni che piacciono (o fanno comodo) a lui.
Il suo lessico è sarcastico. Usa parole dure, pungenti, oserei dire taglienti; quando si arrabbia da la colpa al partner adducendo a lui, soltanto a lui, la responsabilità della sua inevitabile razione emotiva.
Si tratta di partner che raramente diventano dei sereni ed equilibrati compagni di vita, perché loro la vita la prosciugano, la vampirizzano, la distruggono.
Sono persone subdole, che non si fidano di nessuno (perché non si fidano di loro stessi), sempre sospettosi. Vedono il male e il tradimento dappertutto.
Sopravvivere a un amore che distrugge trasforma il danno subito in dono, e le ceneri in pagliuzze d’oro. Il dopo, come sempre, non toglie valore al prima ma lo rilegge e lo riordina con immensa chiarezza. E lo lascia riposare in pace.
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Come dimenticare il narcisista patologico. Dal prima al dopo
2 Commenti. Nuovo commento
Esco da poco da una relazione descritta perfettamente qui sopra.
Uomo di 55 io poco meno.Bellissimo ma da subito il mio istinto aveva captato che qualcosa non andava. Ho provato a vivere la relazione per capire. I primi 6 mesi stupendi anche se vi erano stati episodi di grande esplosione di rabbia e ira ingestibile.
Io rimanevo basita frastornata perché non vi era motivo.
Si allontanava con grandi silenzi e punizioni.
Io ero disperata.
Credo fosse stato anche un bugiardo e ne ho avuto la conferma in questi ultimi mesi prima di lasciarlo.
Sedotta poi criticata e punita.
Nei momenti critici beveva.
Ho scoperto essere un alcolista del week end
Beveva e quando era ubriaco fradicio era l’uomo più fragile più triste del mondo:
Si abbandonava in lunghi pianti.
Urlava il suo amore per me che non aveva mai avuto storie lunghe (la nostra un anno e mezzo) per cui non riusciva ad avere relazioni stabili.
Quando la sbornia passava tornava ad essere l’uomo rigido scontroso fastidioso di sempre.
Ti comprava però con un sorriso smagliante.
Ho sofferto e sto soffrendo ancora per essermi allontanata.
Non ha sopportato che fossi stata io a mollare.
Ma lui il nutrimento già lo prende da un’altra. Una rete di donne che secondo me gli servivano per alimentare il suo ego.
Forse non era un traditore fisicamente:
Sessualmente era abbastanza pudico.
Ma aveva amicizie solo femminili che satellitavano in chatt.
Nessun amico.
Solo il vuoto e il bicchiere pieno per anestetizzare il dolore.
Una grande delusione.
Una grande sofferenza.
Nel momento il cui ho iniziato a ribellarsi a rispondergli a farmi rispettare non è più stato lui.
Aveva ha bisogno di una bella donna ma succube.
Non ce l’ho più fatta.
Ora è già tra le braccia di un’alta.
Vedo che certi copioni si ripetono