Il dodicesimo mese è il mese degli stati d’animo amplificati. Delle emozioni controverse. Degli addobbi e dei ricordi. Dei panettoni e dei bilanci. Delle presenze che sono assenze e delle assenze che sono presenze.
Il dodicesimo mese è il più festaiolo e irrisolto dell’anno. Si tinge di rosso e di dorato sin dal suo predecessore, novembre, instillandoci una crasi confusa di sensazioni: la memoria dei morti, di chi non c’è più nelle nostre vite, e la felicità obbligatoria da mettere sotto l’albero.
Dicembre è un mese impegnativo e sontuoso. Si presenta in maschera: entra nelle nostre vite in punta di piedi tra scintillii e vetrine addobbate, ma ci trafigge appena può.
In realtà, il dodicesimo mese è il mese della solitudine e della concitazione, dei regali dell’ultimo momento, dei parenti e delle famiglie riunite, di chi scappa in Patagonia e di chi resta, nonostante tutto.
Dicembre è senza dubbio il mese in cui si avverte con prepotenza la solitudine più cocente che ci sia: quella che si prova quando si sta in compagnia.
Natale è così, fa male e bene al tempo stesso.
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2 Commenti. Nuovo commento
Grazie per la leggerezza e la delicatezza con cui sai affrontare ogni momento della vita e dell’anno. Non credo che sia solo maestria nello scrivere, penso invece che tu abbia un animo sensibile che parla al cuore di altre persone sensibili.
Buon Natale e un miglior nuovo anno.
Grazie…