Ho immaginato di prestare la mia penna a Veronica, nome di fantasia, mia paziente abbandonata, diventata impaziente e risoluta.
Non ti aspetto più, sono guarita. Non voglio più pregare per farti tornare da me. Capire o tentare di farlo. Interrogarmi su quello che ho fatto, non ho fatto, avrei potuto fare.
Non voglio più conoscere l’identità e la fisicità della donna con cui mi stai dimenticando. La donna con cui ridi, giochi, scherzi, fai l’amore, sposti i limiti. Alla quale dici le stesse cose che dicevi a me.
Sono guarita.
Ho smesso di accarezzare il dolore, adesso accarezzo me. Accarezzo il mio cuore e la mia pelle. I miei pensieri e rispolvero i miei sogni.
Ne ho anche di nuovi da quando non ci sei più. Quello spazio che hai lasciato che pensavo essere vuoto è diventato un luogo da concimare con la fertilità del nuovo.
Ho smesso di accontentarmi di quelle tue smorfie che emulavano un sorriso finto, delle tue mani sfuggenti e altrove. Non voglio più nuove mani, nuovi sorrisi, nuovi occhi, voglio solo me.
Ho smesso di piagnucolare e di aspettarti. Di aspettare la telefonata serale che non arriva, la doppia spunta di whatsapp che diventa blu per sincerarmi del tuo essere vivo, anche se morto per me. Ho smesso di pensare di esistere solo per te.
Ho comprato un sandalo color oro che non avrei mai indossato con te. Ondeggio, ancheggio e contemplo i miei piedi sensuali, non più banali.
Ho donato tutte le mie ballerine che amavi tanto e ho anche una scarpiera nuova, capiente e invitante.
Non ti aspetto più, sono guarita.
Mi soffermo su sguardi nuovi, li assaporo, mi assaporo. Ascolto nuove voci, nuovi timbri, nuove musicalità. Sono civettuola e libera.
Ho cambiato le mie abitudini.
Adesso guardo anche le serie tv e mangio il sushi, anche da sola. Mi inebrio dell’odore di nuovo, quello che tu detestavi con tutte le tue forze.
Non ti aspetto più, sono guarita.
Ho salutato le nostre chat, le ho rilette e cancellate. Ho riposto in soffitta le foto di noi, le cornici, i monili che raccontano viaggi e istanti. Ho lasciato spazio al nuovo.
Ho comprato un divano da Ikea, quel divano che consideravi modesto e anche scadente, e invece per me era luminoso e avvolgente.
Ecco, adesso è mio.
Dormirò, leggero, riposerò insieme alle mie adorate zampe, senza nessuna traccia di te.
Non ti aspetto più, sono guarita.
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E poi una sera ti accorgi per caso che quella mattina svegliandoti non hai più pensato a lui, consapevolezza che fra qualche giorno tornerà rispetto alla settimana o alle decine o ancora di più… E quando finirai di cercarti fra altre braccia che te lo facciano dimenticare ma inizierai a cercarti solo dentro il tuo stesso abbraccio, comprenderai che non è stato un abbandono quello che hai subito ma il Dono di te a te stessa!