In alcuni, simbolici momenti della vita – Capodanno, settembre, compleanno – stiliamo liste di obiettivi da mantenere. Del cuore e del corpo.
Programmiamo con la fantasia quello che non vogliamo più essere e fare, per passare poi a quello che vogliamo diventare e provare.
Iniziamo con il nostro elenco puntato: tagliamo, recidiamo cattive abitudini e cattive persone, ci facciamo promesse, accarezziamo i nostri sogni e ci sentiamo più leggeri.
Facciamo un giro per casa con dei grandi pacchi neri mentre tagliamo e togliamo il superfluo. Regaliamo, almeno io, quello che non mettiamo più, che ci sta stretto o che non ci appartiene più per stile o per momento storico.
Rassettiamo gli armadi e i pensieri, la dispensa e le emozioni. Siamo pronti per la seconda ripartenza, quella settembrina.
Il bagaglio per cominciare il mese di settembre, il capodanno autunnale, deve essere leggero ed essenziale: un bagaglio a mano. Dobbiamo fermarci a sentire, scegliere e tenere con noi soltanto quello che ci fa davvero stare bene. Senza compromessi, senza sconti, senza esuberi o eccessi, soprattutto.
Possedere le cose, tante cose, equivale ad essere posseduti dalle cose. Ad essere appesantiti e rallentati. Ad avere uno spazio interno colonizzato dalle cose a cui dover pensare e di cui doversi occupare, rallentando il sentire.
Anche in amore accade la stessa cosa.
L’amore vuole leggerezza e profondità, ed esige l’essenziale. Non ama gli orpelli, il superfluo, le parole abusate, il cicaleccio. L’amore ha bisogno di elenchi puntati e battiti, di promesse da mantenere e sogni da strappare all’onirico e rendere reali, dell’essenziale. Quel meraviglioso essenziale, che come diceva il Piccolo Principe, è invisibile agli occhi.
Un partner che ama non possiede, regala ricordi e attimi, ali per volare e motivi per rimanere o tornare.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Pensiero stupendo concluso con un assolo di parole che definisce perfettamente l’amore più limpido e autentico che tutto avvolge. Un partner che ama è un giocoliere di sensazioni che prima incuriosisce e poi strappa, con leggerezza, sorrisi ed applausi.
    Mi chiedo solo quanto a lungo si possa essere padrone di un sorriso senza esserne il proprietario. Che talento occorra per dilatare questi istanti senza inquinarli di pretese e presunzione.

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