Co-genitorialità. Sempre meglio di infertilità

Co-genitorialità - meglio dell'infertilità

Dimentichiamoci due cuori e una capanna. L’attesa di un incontro. Un uomo e una donna che si amano e che sperano di diventare prima una coppia stabile e poi famiglia. Dimentichiamoci il famigerato ticchettio dell’orologio biologico che fa affrettare il passo verso la genitorialità, che fa scegliere partner sbagliati ma matrimoniabili, possibili buoni genitori. Dimentichiamoci anche secondi giri di boa dell’affettività, scaldati dal desiderio-progetto di mettere al mondo un bambino. Il figlio dell’amore, della coppia, del progetto di vita. Scelte che erano alla base di scelte responsabili, in funzione del bambino che nascerà.
Il nuovo luna park del concepimento prevede un concepimento senza innamoramento.
Due perfetti sconosciuti, conosciuti ma non partner, conosciuti online per fini riproduttivi, una coppia e un donatore, una coppia e un utero disponibile, e altre ed eventuali combinazioni di adulti senza una relazione alcuna tra di loro si scelgono. Stringono un patto più o meno tacito, e mettono al mondo un figlio. Povero figlio!

I partecipanti a questo mercanteggiare di gameti sostengono che “è molto meglio un concepimento senza amore che una vita da non genitori”.
Il punto di vita della scelta ego centrata è esclusivamente quello dei possibili co-genitori, o del genitore single e del donatore. Del bambino, del suo vissuto postumo, della sua vita da orfano di un genitore già prima di nascere, non se ne occupa nessuno. Il suo nascere in uno stato di prestabilito precariato affettivo, senza basi sicure, senza due genitori sullo stesso divano e sotto lo stesso tetto, non viene contemplato in nessuna postilla di questa fantomatica scrittura privata. Sembra proprio che il nascituro sia un mezzo e non una vita. La sua nascita sigilla un successo. Un traguardo. Una vittoria. Insomma, rappresenta un vero trofeo narcisistico da mostrare e condividere saltuariamente, piuttosto che una vita di cui averne cura, occuparsene, preoccuparsene. Con coscienza, responsabilità e amore.

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Il dating degli embrioni. Domanda e offerta online

Il web, con le sue grandi braccia, viene in soccorso per ogni problematica. Chi cerca un viaggio, chi una borsa griffata, chi un partner e chi dei gameti.
Il dating online approda nella terra degli embrioni. Ecco che avvengono gli incontri.
Due vecchi amici che si ritrovano nel ben mezzo del cammino di mezza vita, senza figli, senza partner e senza amore. Una coppia infertile e un donatore. Un coppia omosessuale e una madre surrogata. Finanche due o tre sconosciuti. Il desiderio di procreare, di riprodursi e di lasciare tracce di sé è più forte di qualunque riflessione etica. ( nel caso in cui ci fosse)
Nessun pensiero che riguardi il nascituro e le sue reali necessità dell’anima sembra caratterizzare queste scelte e questi contratti. Le nuove app e i nuovi siti per incontri cambiano veste: non facilitano semplicemente incontri per cuori solitari o procacciano partner sessuali facilmente reperibili, bensì, l’impresa diventa più ardua.
Procurano uteri vuoti e uteri disponibili. Uomini senza donne, e donne senza uomini. Coppie senza vincoli e senza amore. Donatori disponibili a spargere il loro seme. Una sorta di fecondatore seriale, senza valutazione psicologica e sanitaria alcuna.

AAA cercasi.Donatore o venditore?

Una donna cerca un co-papà, un uomo una co-mamma. Una coppia un donatore: di utero, di ovociti, di liquido seminale. Si iscrivono al portale, compongono un questionario molto dettagliato, e iniziano a chattare con il potenziale padre, o madre, del loro possibile figlio.
Il donatore viene accolto come se fosse un eroe o un benefattore, e cercherà di accontentare le più svariate richieste degli utenti. C’è chi vuole un figlio senza amore, senza coppia, e senza troppi vincoli coniugali. Chi si propone come co-papà pur di riprodursi; senza accampare troppi diritti sul bambino, se non quello di vederlo di tanto in tanto.
Chi, invece, desidera un dna degno di riprodursi. Il donatore deve essere colto, gentile, generoso. Insomma, dei buoni geni candidati all’eternità. La razza ariana dell’embrione.
Chi, ancora, desidera un figlio senza sesso.
Il gioco è fatto: arriva per posta una cannula con seme incorporato. Adulta, vergine, senza un uomo, con possibili problematiche psichiche e sessuali non riconosciute e non curate, ma madre. E anche senza un partner che possa, eventualmente, fare da specchio ai suoi disastri educativi. Siamo ben oltre la collusione, quel potente meccanismo psichico che fa scegliere due coniugi in funzione dei loro problemi psichici o ferite sanguinanti d’infanzia.
In questo caso il frequentatore della chat pro-concepimento non è consapevole di avere un disagio e opta per il concepimento senza coniuge e senza analizzare le eventuali problematiche caratteriali, personologiche, o relazionali. Con una buona possibilità di passarle in dote al fortunato bambino che metterà al mondo.

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Una scrittura privata, e via i sensi di colpa e gli effetti collaterali

Tra il donatore e il ricevente – single o coppia – il transito verrà sancito da una scrittura privata. Scrittura privata che non ha alcun valore legale. I due co genitori, a parto avvenuto, potranno seguire il bambino concepito a tavolino, anzi in chat, ognuno a casa propria. Senza interazione alcuna. Senza tensione. Senza giorni alterni e zainetti vari. Il bambino avrà una mamma e un papà che non sono mai stati una coppia e mai lo saranno. Pacificamente sconosciuti. I bambini nati dalla cogenitorialità non sono i figli del divorzio,  ma del delirio fecondativo, del narcisismo imperante e dilagante dei nostri tempi.
Una delle tante derive della fecondazione a oltranza.

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