L’amore a quattro zampe è il vero amore.
“Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato”
Schopenhauer
Rientri a casa dopo una giornata di fatiche, e lui è li. Esiste soltanto per te.
Ti guarda come se ti vedesse per la prima volta nella sua vita. Ti scruta l’anima. Sa.
Sa se sei triste o felice, preoccupato o depresso. Lui sa.
Le sue emozioni anticipano il tuo arrivo: lui sente e riconosce la tua auto, anche tra mille.
Il suo cuore accelera, a breve ti vedrà.
Ti viene incontro stracolmo d’amore, inondandoti di emozioni allo stato puro. Non ti saluta perché deve. Non ti bacia per convenzione.
Ti ha aspettato per l’intera giornata, la sua ricompensa sei soltanto tu.
Il vero amore ha quattro zampe
Il cane non ama a metà e, soprattutto, non mente sull’amore.
Il nostro compagno di viaggio vive per noi, si accontenta di poco, non desidera cose materiali, soltanto il nostro amore e la nostra compagnia. Si ammalerà di malinconia se noi lo trascureremo. Appassirà lentamente se non trascorreremo del tempo con lui.
Diventerà triste se verranno a mancare coccole e attenzioni. In un momento storico di amori usa e getta, di amori a termine, non è da sottovalutare l’amore a quattro zampe del nostro amico. Quando è nata mia figlia ho voluto fortemente che crescesse con i miei due molossi, credevo ciecamente che sarebbe stata un’opportunità d’amore per lei e per loro.
E così è stato. La loro integrità, la loro onestà mentale ed emozionale dovrebbero essere un esempio di vita per noi “umani”.
Nel loro modus operandi non esiste corruzione o tradimento, indifferenza o noia, non esiste aggressività senza motivo né astio o gelosia.
Il legame che cura: i cani in terapia
L’animale, per l’appunto il cane, viene spesso adoperato “in terapia” e “come terapia”: è infatti un “acceleratore di relazioni umane”.
È stato ampiamente dimostrato che l’utilizzo dei cani per le svariate patologie neuro-psicologiche è di grande giovamento per il recupero psico-fisico del paziente in cura.
Il legame che i pazienti hanno instaurato con gli animali ha ridotto la presenza di ansia e di tristezza e ha incentivato stati d’animo di interesse, di partecipazione all’ambiente e di piacere. L’effetto positivo si è poi esteso anche alle reazioni fisiche, dato che i pazienti hanno riscontrato anche un risveglio di alcune capacità motorie – grazie all’amore a quattro zampe dei loro cani – ormai sopite.
Il cane non cura la malattia ma l'”individuo”, facendo sì che il paziente possa attingere alle sue risorse psico-fisiche, forse congelate o mai nate.
Moltissimi studi hanno dimostrato che la presenza di un animale in casa, migliora dal punto di vista psicologico la qualità delle emozioni provate e la qualità di vita dell’individuo, diminuendo drasticamente la solitudine, lo stress e la depressione.
La relazione con il nostro amico a quattro zampe invita a condurre una vita salubre, a rallentare, a fare lunghe passeggiate odorando l’aria, a fruire del suo immenso e gratuito amore.
Il cane in famiglia, emozioni e relazioni di un amore a quattro zampe
Il cane con le sue gesta, movenze e presenza è un vero “indicatore di stati d’animo”: sente quello che sentiamo noi. Percepisce il dolore, la tristezza e la solitudine e con la sua infinita dolcezza e presenza, senza essere richiedente o invasivo, riesce a stare vicino anche al peggiore degli esseri umani.
Diversi studi di psicologia hanno dimostrato che il cane cura più dell’uomo e che una famiglia che ha il privilegio di avere un cucciolo in casa, ne guadagna in benessere psico-fisico. Gli animali e il legame che instauriamo con loro, fanno bene alla salute; rappresentano infatti un’importante fonte di aggregazione sociale, capace di agire come un vero e proprio modulatore dello stress quotidiano. Senza dubbio ne beneficia la nostra qualità di vita. Un bambino che cresce con un cane, per esempio, impara il rispetto, la capacità di accudimento ed il gioco. Crescerà con lui, giocando e imparando.
Si faranno compagnia e si addormenteranno insieme per lenire le paure del buio e dell’addormentamento.
Il suo compagno di giochi e di camera sarà un vero anti depressivo, e il bambino supererà da solo – anzi insieme e grazie a lui – le sue paure.
Il bambino sarà obbligato a instaurare un legame empatico ed autentico con il suo compagno di giochi vivente, e anche un bambino timido o impacciato, goffo o con le più svariate difficoltà relazionali, saprà cogliere il meglio del legame con il suo amico a quattro zampe.
Adottarli o acquistarli?
Il cane, così come qualunque altro cucciolo, è un essere umano e va rispettato sin da subito, e soprattutto fino alla fine del suoi giorni. In salute e in malattia, da giovane e da anziano.
Non è un giocattolo da far trovare sotto l’albero ad un bambino viziato che, da lì a breve, non ne avrà più cura.
Non è una “supplenza affettiva”, ma un essere vivente, e come tale va rispettato e amato.
L’acquisto o l’adozione di un cucciolo è un gesto d’amore, e come tale è indispensabile che ogni membro della famiglia sia pronto per questo nuovo giro di boa dell’affettività, costruendo uno “spazio interno” importante per il suo ingresso in famiglia.
Concludo questo articolo sull’amore a quattro zampe con questa bellissima citazione di Freud che io amo molto.
“I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l’amore con l’odio nelle loro relazioni”
Sigmund Freud
5 Commenti. Nuovo commento
Grazie dottoressa,splendido articolo. E posso dire in prima persona che un cane spesso ti salva dai disagi dell’anima.
Grazie a Lei per essere intervenuta.
Mi trovo in assoluta sintonia con le Sue parole, anche perché un cane la tua anima la conosce eccome!
Bellissimo articolo e tutto vero. Ma é molto doloroso quando sono anziani e malati e tocca ricorrere all’eutanasia
Buongiorno,
grazie per i suoi consensi. L’Amore prevede anche l’accompagnamento alla morte.
Anche questo è un gesto d’Amore nei loro confronti.
Un caro saluto
È vero, proprio così i nostri animali sono per sempre! Certo fa soffrire molto che il Loro Sempre sia così breve rispetto al nostro però riprendendo l’immenso De André io penso che:
“è stato meglio lasciarci… che non esserci mai incontrati”; in memoria di Silvestro, il mio gattone storico