Ti lascio perché ti amo troppo. Ti voglio bene ma non ti amo. Sei come un fratello, sorella, per me. Avrei bisogno di un pausa di riflessione. Ti amo ma non ti desidero. Ti desidero ma non ti amo. Siamo separati in casa.
Cos’hai? Niente, mal di testa.

Le bugie sono quel brusio interiore che diventa una sorta di mezza verità, più o meno indolore, per chi le dice e per chi le riceve in dono.
Un luogo pericoloso quanto affascinante nel quale addentrarci è quello delle menzogne. Di bugie ne abbiamo davvero tante, il calderone delle menzogne sembra non avere limiti di creatività.
Quelle protratte nel tempo, anche se bianche, apparentemente innocue o addirittura dette a fin di bene, quelle estemporanee e transitorie, quelle croniche. Nel mare magnum delle bugie ci sono anche quelle considerate indispensabili. Per evitare guai, sante inquisizioni, insomma, recitate per quieto vivere.
Ci sono anche quelle inconsapevoli, recitate in uno stato cronico di alterata coscienza. Dette pensando che siano la verità, ma in realtà anche chi le pronuncia mente a sé stesso, talvolta non sapendo di mentire. E poi ci sono quelle dette da chi tradisce e ferisce, da chi non ama o ama a metà (se mai fosse possibile), da chi vive tante vite in fondo non me vive a pieno nemmeno una. Da chi galleggia per paura della profondità.
Quelle che si incastrano tra le labbra dei mentitori seriali, dei narcisisti, dei serial lovers, di coloro che hanno marcate difficoltà a convivere con la verità del cuore, quella scomoda che inchioda al bisogno.
Ogni bugia, alla lunga, diventa trappola dalla quale è difficile tornare indietro.
Ogni bugia, soprattutto se protratta nel tempo, scava solchi profondi di infelicità.
“Ogni bugia è una mancata verità che prima o poi si avvererà”, cantava Fiorella Mannoia. E se fosse vero? Se a furia di dire menzogne o di subirle diventassimo noi stessi una menzogna? Una falsa rappresentazione di noi stessi?
Il rischio più grande nel quale incorre il bugiardo patologico è quello di smarrire il confine tra la verità, di parola e di cuore, e la menzogna, quel parco giochi dell’immaginazione e della riparazione. E di mentire a sé stesso. Da quel luogo è veramente complesso poter tornare indietro.

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