Una mia paziente era fermamente convinta che suo marito fosse gay. Che lo fosse diventato o che lo fosse sempre stato. Era chiaro che non era più interessato a lei. La attraversava con lo sguardo, la faceva sentire invisibile. La loro intimità era diventata zoppicante e fluttuante. Si alternavano perdite di erezione improvvise e irrecuperabili a feroci litigi sino a concludersi in un calo del desiderio conclamato e crisi di coppia. Mi consultano per cercare di andare oltre il sintomo sessuale e di fare chiarezza, pronti ad accettare quello che sarebbe venuto fuori da un percorso di chiarificazione.
Per la mia paziente la certificazione dell’omosessualità del marito e per il marito la possibilità di sentirsi sollevato dalla gogna familiare nella quale ormai viveva da anni.
Dopo i primi colloqui durante i quali ho analizzato la coppia con le sue complesse dinamiche ed entrambi i componenti della coppia singolarmente, siamo giunti alla conclusione che il pensiero della moglie non era un pensiero offensivo ma difensivo.
La signora era davvero molto provata dalla mancanza di erezione e di desiderio del marito che pensarlo gay la rincuorava. Era diventato un pensiero-coperta-rassicurazione.
E, soprattutto, la proteggeva dal rischio più grande: doversi mettere in discussione sul piano profondo. Il marito, invece, era ingabbiato nel disagio sessuale che era diventato emotivo e da quello emotivo che era diventato sessuale.
Analizzare le dinamiche profonde che abitano la sessualità, che ne muovono le fila in modo funzionale o disfunzionale, mi scalda sempre il cuore e scalda anche quello dei miei pazienti che magicamente seppelliscono l’ascia di guerra e indossano i panni dei costruttori.
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Buonasera, mi ritrovo con un rapporto matrimoniale sempre molto tiepido dal punto di vista sessuale, tanto che ho avuto mia figlia attraverso una PMA. Dopo anni di sessualita’ assente, scopro mio marito con una relazione adulterina con una donna ancora all’inizio, (a quanto ho capito ancora non era successo niente a livello sessuale, perche’ ha una fimosi serrata), che ama farsi foto in body-perizoma, e parrucca dai lunghi capelli, che ha frequentato gruppi sadomaso, rivestendo la figura dello slave, pubblica annunci in cui cerca uomini per incontri, inviandogli sue foto in cui è travestito, dicendogli che agli incontri si presentara’ vestito in tal maniera. Affitta case vacanza, alberghi e usa casa nostra per incontri quando sono a lavoro. Si è operato da poco di fimosi e vuole tornare con me, che mi ama.Ma gli manca il mio accudimento, la sua casa, e non io. Questo suo negare l’evidenza dei fatti e negarlo a se stesso (sono convinta che è bisex o gay) mi proccupa, mi inquieta. Sono distrutta e non faccio altro che pensare a quanto sono stata stupida nel non capirlo prima, mi sento umiliata e destabilizzata nel profondo. Sono stata tanti anni con una “prostituta” e non me ne sono accorta, pensavo che si trattasse di un calo di desiderio sessuale, di un suo problema/trauma infantile, ed invece…………… è attivissimo sessualmente, lo è sempre stato, ma non con me. Povera stupida che sono stata, ………………….. Siamo stati in terapia di coppia per fargli capire che non c’era piu’ niente da fare per noi, per lasciarci con dignita’ . Ma il consulente dopo un paio di sedute ha deciso di seguirci separatamente, (io sono andata poi da un altro terapeuta), lui continua ad andare dallo stesso terapista sessuologo e clinico. Chi è mio marito? è la domanda che mi pongo tutti i giorni.quale bisogno soddisfa travestendosi? perche’ non me ne ha mai parlato? Avrei capito e mi sarei sentita un po meno frustrata, almeno lo avrei saputo da lui e non da whatapp ed email della sua posta. La leggo sempre e i suoi scritti mi danno tanto conforto. Grazie